Krstic vuole evitare l’ergastolo. In aula la ‘sua’ verità su Samantha

L’annuncio dell’avvocato Mori: «Tonino parlerà alla Corte»

L’interno della baracca dove il 27 aprile 2016 è stata trovata morta la piccola Samantha

L’interno della baracca dove il 27 aprile 2016 è stata trovata morta la piccola Samantha

Pisa, 14 luglio 2017 - «Tonino parlerà alla corte». Lo annuncia il suo avvocato, il livornese Francesco Mori. «Farà dichiarazioni spontanee, sperando di far breccia nei giudici, in particolar modo in quelli popolari», aggiunge il legale che nella sua breve arringa chiese l’assoluzione o, in subordine, l’omicidio preterintenzionale per il serbo 32enne accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dalle sevizie. Un’accusa che per il pm Giancarlo Dominijanni vale l’ergastolo con isolamento diurno. «In carcere a vita e non veda più nessuno», disse il sostituto procuratore della Repubblica al culmine di una requisitoria di un’ora e mezza dove snocciolò come un in un rosario di soli misteri dolorosi tutti i patimenti, le angherie, le brutalità che dovette subire dal suo assassino Samantha Castagnino, appena tre anni, e con la sola colpa di essere figlia di una mamma che si era invaghita di Tonino Krstic. E che per questo non aveva pensato troppo a portarla con se – e soprattutto a riportarla, dopo una prima fuga per le botte – dalla Liguria, dove viveva con il marito e un’altro figlio, al litorale pisano per vivere nell’ex pizzeria di Calambrone trasformata in baracca dal compagno e dalla sua famiglia.

Un uomo, Krstic, avvezzo alla violenza e alle menzogne, secondo la Procura, che mentì alla donna conosciuta su Facebook (Jauana Francisca De Olmo, 34 anni, dominicana) fin dal primo istante: le disse di aver un lavoro fisso come cameriere ed una casa, ma la portò a vivere in un tugurio diventato un inferno nel quale picchiò selvaggiamente la mamma e la figlia per poi lasciare quest’ultima morire negandole i soccorsi.

Il pm in requisitoria ricostruì la condotta dell’ imputato senza concedergli alcuna attenuante e ritenendo che agì con violenza e senza alcuna pietà nei confronti della bimba sul cui corpo gli accertamenti medico legali evidenziarono ben 38 lesioni di diversa tipologia: una sorta di tragico puzzle del massacro di quel corpicino innocente. La madre dominicana nei giorni scorsi è stata condannata, con rito abbreviato, a 10 anni di reclusione per non averne impedito i maltrattamenti.

«Contro Tonino ci sono solo le parole dell’ex compagna», dice l’avvocato Mori che potrebbe scegliere di non replicare per lasciare a Tonino il suo appello alla corte prima di una camera di consiglio che potrebbe rivelarsi lunga e complessa. «Tonino ha spiegato tutto con chiarezza e precisione, spero che la corte ne tenga conto e che lui, un ultima volta, sappia ripeterlo loro con le sue parole», aggiunge l’avvocato Mori rilevando che al termine della corsa udienza, nel breve colloquio che ha avuto con l’imputato prima di salutarlo, il serbo si lasciò andare al pianto. L’udienza è fissata per le 15 e ci saranno anche stavolta i carabinieri, vista l’agitazione manifestata dai parenti dell’imputato dopo le richieste di pena del pubblico ministero. Il rinvio ad oggi, infatti, fu fatto per repliche anche alla luce dell’ora tarda a cui era arrivata la discussione.