Roberta Ragusa, ecco cosa rischia Logli in caso di condanna

Il caso di condanna per il marito di Roberta Ragusa potrebbero aprirsi le porte del carcere

Roberta Ragusa e Antonio Logli

Roberta Ragusa e Antonio Logli

Pisa, 14 maggio 2018 - Roberta Ragusa scomparve da Gello di San Giuliano, in provincia di Pisa, il 14 gennaio del 2012. La donna al momento della scomparsa aveva 44 anni. Il marito, Antonio Logli è accusato della morte della donna. L'uomo che è  titolare di una autoscuola, è stato condannato in primo grado a 20 anni per omicidio e distruzione di cadavere, il 21 dicembre del 2016, con il rito abbreviato, dopo che in precedenza la Cassazione aveva annullato una sentenza di non luogo a procedere nei suoi confronti emessa da un altro giudice del tribunale di Pisa, Giuseppe Laghezza, nel marzo del 2015. Le misure cautelari per Logli dopo la sentenza di primo grado sono il non allontanamento da casa nelle ore serali, ovvero dalle 21 alle 6, e il non allontanarsi da Pisa e San Giuliano Terme

Stavolta c'è in ballo anche la sua libertà personale. La Corte d'appello di Firenze dovrà infatti decidere sulla conferma della sentenza di primo grado, chiesta dal pg Filippo Di Benedetto e dai legali delle parti civili, ma anche sull'applicazione della misura di custodia in carcere.

Secondo l'accusa, Logli la notte in cui scomparve la moglie fu scoperto al telefono con la sua amante e ne nacque un litigio sfociato poi in un omicidio e nella distruzione del cadavere di lei.  Nelle motivazioni della sentenza di condanna di primo grado, emessa il 21 dicembre del 2016, il giudice dell'udienza preliminare del tribunale di Pisa, Elsa Iadaresta, ha scritto che "Antonio Logli è un bugiardo e ha reiteratamente e pervicacemente tentato di mistificare la realtà fornendo in più occasioni una versione degli accadimenti non corrispondente al vero e spesso smentita dagli esiti investigativi", mentendo anche sulla profonda crisi che attraversava da tempo il suo matrimonio, sulla "relazione extraconiugale con Sara Calzolaio, iniziata nel 2004 e che ha riferito solo il 16 gennaio 2012, allorché la donna lo mise alle strette", e "ha mentito anche dopo avere rivelato la relazione, riferendo di avere effettuato una sola telefonata alla Calzolaio, quando in realtà ve ne sono state tre consecutive, l'ultima delle quali alle 00.18 di appena 28 secondi" nella notte in cui la moglie svanì nel nulla.

La difesa di Logli, invece, ha sempre chiesto l'assoluzione, e lo ha ribadito oggi l'avvocato Severino Sergiampietri, "perché l'imputato non ha commesso il fatto, i testimoni dell'accusa sono poco attendibili", e ha presentato, nel corso dell'udienza precedente, anche una memoria del figlio Daniele, a sostegno dell'innocenza del padre.