Caso Roberta Ragusa, parla la criminologa: "Al lavoro su piste che scagionano Logli"

Anna Vagli: " Basta con il riproporre intercettazioni vecchie e già vagliate"

Antonio Logli

Antonio Logli

Pisa, 3 luglio 2020 - "Le intercettazioni di cui ultimamente si è tornati a parlare spacciandole per inedite, inedite non sono", dice Anna Vagli, giurista e criminologa investigativa che, insieme a noto penalista Enrico Di Martino sta lavorando per la richiesta di revisione del processo ad Antonio Logli, che in carcere a Massa sta scontato 20anni per l’omicidio e la distruzione del cadavere della moglie Roberta Ragusa. "Sono intercettazioni già agli atti e già vagliate – aggiunge la criminologa – Ed è agevole comprendere come durante queste conversazioni Logli, si è limitato a commentare insieme alla compagna Sara Calzolaio le modalità con le quali venivano condotte le indagini per rintracciare la moglie Roberta Ragusa. Non è ammissibile quindi attribuire a quelle intercettazioni un significato diverso da quello letterale. Esse non mostrano, né dimostrano, niente di ambiguo. È intollerabile che periodicamente vengano tirate in ballo". "Ed è intollerabile che vengano rispolverate anche in un momento come questo in cui il mio assistito ha inviato un’accorata lettera dal carcere nella quale continua a dichiararsi innocente – aggiunge la dottoressa Vagli – e manifesta tutto il suo dolore e le difficoltà nello stare lontano dalla famiglia e dai suoi affetti. Pochi giorni fa sua figlia Alessia ha sostenuto l’esame di maturità e Logli era molto amareggiato per non poter passare una giornata così importante con la figlia". Un momento delicato e su più fronti. Anche per il lavoro che il legale e la criminologa stanno facendo per arrivare alla revisione del processo: "stiamo sentendo nuove persone", dice la criminologa e l’obiettivo sarebbe quello di proporre due piste investigative "alternative a quella che poi ha portato alla condanna di Logli". Intanto è stato depositato il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, incentrato, si apprende, sul disvalore che – secondo i professionisti che assistono Logli – sarebbe stato dato alle prove: valorizzata quella di Loris Gozi, e non quella di un altro testimone che quella sera avrebbe visto Roberta uscire, nelle stesse circostanze di tempo, dall’autoscuola. Testimonianza quest’ultima "che avrebbe rafforzato quella di una barista di Porta a Lucca – conclude Vagli – che vide scendere la donna da una fuoristrada: le testimonianze devono avere lo stesso peso". Già l’esito positivo del ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo aprirebbe la strada ad un nuovo processo.