Roberta Ragusa, è il giorno della verità. Logli attende il verdetto per omicidio

Il marito e imputato fu condannato in primo grado a 20 anni

Roberta Ragusa e Antonio Logli

Roberta Ragusa e Antonio Logli

Pisa, 14 maggio 2018 - È il giorno del verdetto. Prima il rilancio della difesa, poi le repliche e quindi la camera di consiglio. Mancano poche ore alla verità. Almeno a quella degli uomini. La Corte d’assise d’appello di Firenze, infatti, si pronuncerà oggi sul caso di Roberta Ragusa: la donna svanita nel nulla in una fredda notte del gennaio di sei anni fa dalla sua villetta di Gello, nel cuore della provincia pisana.

Un caso che ha tenuto l’Italia intera col fiato sospeso, spaccando l’opinione pubblica. Il marito Antonio Logli – condannato in primo grado, con rito abbreviato, per omicidio volontario e distruzione di cadavere – attende «sereno e con fiducia» che la giustizia faccia il suo corso. A tenerlo per mano nell’ultima maratona giudiziaria, ci sarà anche il figlio Daniele che gli ha dichiarato il suo sostegno in una memoria ufficiale, proprio alla vigilia della prima tappa fiorentina.

Una prima tappa impegnativa, quella del 28 marzo, che si aprì con l’introduzione della presidente della Corte, Maria Cannizzaro (giudice a latere Silvia Mugnaini e sei giudici popolari, quattro uomini e due donne, ndr) e la richiesta da parte del pubblico ministero Filippo Di Benedetto della conferma della pena già inflitta il 21 dicembre 2016: 20 anni e il carcere. La lunghissima udienza si chiuse con le considerazioni delle parti civili e l’appassionata arringa di uno dei difensori di Logli, l’avvocato Roberto Cavani, che cercò di smontare le tesi accusatorie, sostenendo che i due testimoni chiave Loris Gozi e Silvana Piampiani non sarebbero «attendibili».

Contestando cioè le parole di chi avrebbe visto la coppia litigare in strada, vicino all’auto di lei, proprio durante quella maledetta notte del 2012. Dove sta la verità? Lo si scoprirà appunto oggi con la sentenza che arriverà dopo le considerazioni del secondo difensore, l’avvocato Saverio Sergiampietri. «Il nostro assistito sarà presente in aula», ha tenuto a precisare in questi giorni il legale Cavani.

L’imputato ha deciso, infatti, di incrociare ancora una volta lo sguardo del pm e della giuria popolare che contribuirà a cambiare la sua vita e il futuro di due famiglie, entrambe in cerca da anni di un po’ di pace. Pace turbata di recente anche dalla polemica scoppiata dopo le dichiarazioni di Valdemaro Logli. In un’intervista rilasciata in esclusiva a La Nazione, il padre di Antonio ha confessato di essere convinto tanto dell’innocenza del figlio quanto dell’allontanamento volontario della nuora. «Credo si sia fatta aiutare da un’agenzia specializzata che permette alla gente di andarsene senza lasciare traccia – ha detto l’ottantenne –. Roberta è una brava donna, ma sembrava stanca della routine familiare». Riflessioni pesantissime dalle quali Antonio ha voluto immediatamente prendere le distanze sostenendo che nemmeno lui abbia certezza su «quanto possa essere accaduto e su dove possa trovarsi» la moglie.