Roberta Ragusa, Daniele Logli choc in tv: 'Mamma è viva, sono certo'

Il figlio di Roberta in studio a 'Quarto Grado'

Daniele Logli ha parlato per la prima volta a 'Quarto Grado'

Daniele Logli ha parlato per la prima volta a 'Quarto Grado'

Pisa, 20 ottobre 2018 - «Quando babbo mi ha svegliato dicendo che mamma non si trovava più, credevo di sognare. Mi sono riaddormentato, non capendo la gravità della cosa. Poi sono andato a scuola. Io ancora oggi la cerco. Io spero sempre che torni. Ci sono buonissime possibilità che sia viva. Dal momento che non ho la certezza di un corpo, perché mi deve essere negata la probabilità?! Io non so spiegarmi questa cosa. Spero solo che stia bene. Nonostante tutto, noi saremo sempre pronti ad accoglierla. Forse però avrebbe paura di tornare, dopo tutto questo... Io son certo che babbo non le abbia fatto nulla».

Così Daniele Logli parlando – spesso al passato, col padre che invece sceglie il presente – della Ragusa, su Rete 4 a Quarto grado. Antonio ripete più volte che Roberta è viva: «Se io sono l’assassino, e non lo sono, lei è viva». Dopo qualche ricordo sulla figura materna, il ragazzo ribadisce di aver raccontato solo quanto ha sentito, «non per difendere o accusare alcuno». Quindi la ricostruzione di un punto chiave: la caduta dalla scala della soffitta, col ferimento di Roberta, a Natale. Antonio accompagna l’inviata di Mediaset nella villa di Gello. Subito la premessa dell’uomo condannato per omicidio: «Io non ho ucciso Roberta, sono una brava persona e non ho mai fatto male a nessuno», dice mostrando le foto di famiglia. Apre la soffitta e racconta: «Ho preso il pacco più pesante e ho iniziato a salire. Il pacco mi è andato giù e siamo cascati entrambi. Lei ha picchiato braccio e testa. Non volevo farle male. Roberta è un po’ poeta, quando scrive sul suo diario ‘tragedia’ per quel fatto. Qualche giorno dopo è andata dal medico curante. Io speravo la mandasse in ospedale per approfondimenti. Non era arrabbiata, ma dolorante. Daniele ci ha trovato sul divano che ci curavamo a vicenda. Io ero dispiaciuto, ma da una caduta ad un omicidio...». Daniele conferma di aver visto i genitori seduti a parlare.

«Mi hanno spiegato che invece di usare la carrucola, come facevamo di solito, ha fatto tutto da solo per portare il pacco e mentre stava per cadere ha chiamato mamma in aiuto. Non era arrabbiata con lui. Quando scriveva sul diario mamma era spesso sarcastica e usava espressioni improprie. Ecco forse perché la parola ‘tragedia’». L’avvocato Sergiampietri rincara dicendo che la stessa Roberta aveva definito quella caduta una ‘bischerata’. «Altro che indizio», aggiunge il legale. Della sera della scomparsa, Daniele ricorda i gesti «particolarmente affettuosi» della madre. «È venuta a rincalzarmi le coperte. Lo faceva quando ero piccolo». Un atto che il difensore di Logli definisce «un saluto». Segue la ricostruzione della telefonata di Logli all’amante dalla quale sarebbe scaturita la lite incriminata. Ricostruzione fatta con tanto di simulazione con tv accesa, dimostrando che Roberta «difficilmente avrebbe potuto sentirlo parlare». Poi i dubbi sulla testimonianza di Loris Gozi. Roberta per padre e figlio è viva. «Noi speriamo e aspettiamo che torni. Io non l’ho uccisa. Se l’assassino sono io, deve tornare. Almeno che non sia successo qualcos’altro – spiega Antonio –. Non mi sono separato perché i ragazzi erano piccoli e abbiamo preferito aspettare. Ne avevamo parlato. Mi ha chiesto soltanto una volta se avessi un’amante... Gli unici nostri problemi erano per l’educazione dei figli». Daniele conclude: «Se mamma avesse temuto per la sua vita avrebbe chiesto aiuto . Il rapporto con Sara si è costruito nel tempo. All’inizio non è stato facile. Babbo ha diritto di ricostruirsi una vita. Se babbo andasse in carcere sarebbe l’ennesima tragedia per noi che si va ad aggiungere alla mancanza di mamma. Io sarei dispiaciuto per un’eventuale condanna. Io crederei comunque all’innocenza di mio babbo. Se mamma ora ci sta guardando sa che vogliamo che torni».

Paola Zerboni

Elisa Capobianco