Riapre il bar chiuso per protesta "Felice di tornare, per la comunità"

La barista di Zambra aveva fatto una scelta radicale a gennaio "È stata dura, ma resto convinta della mia scelta. E ora si riparte"

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Luci accese e saracinesca, finalmente, su. Alle 5.30 il primo cliente, il fedelissimo della mattina, che a fine gennaio, all’entrata in vigore dell’obbligo di green pass e dopo alcuni controlli delle forze dell’ordine all’interno del locale, aveva invece trovato il bar di Valentina Coscia chiuso con un cartello affisso in bella mostra: "Bar vittima del Nazismo". Una scelta – quella della barista di Zambra - che aveva fatto discutere, ma che era stata netta e irremovibile. "In questi mesi cosa ho fatto? E’ stata dura, ovviamente. Perché le bollette arrivano comunque e nessuno ti porta il pane a casa. Ma ho lottato, continuando a portare avanti le mie convinzioni. Anche adesso, pur tornando a lavoro, ho liberato lo spazio interno. I tavoli li ho lasciati solo fuori, così non devo chiedere a nessuno il green pass. Lo faccio anche per il paese e per la comunità di Zambra che adesso avrà di nuovo il proprio bar aperto e in funzione". "Ci sei mancata, siamo contenti": queste le parole che hanno accolto il ritorno di Valentina dietro il bancone. "Non demordo. Spero di poter continuare a lavorare, senza più essere costretta a chiudere. Mi auguro che nel mirino dei controlli non tornino a finire le persone per bene. Certo non ho la palla di vetro per prevedere il futuro. E sinceramente, mi aspetto di tutto. Ma è l’ora di dire basta alle restrizioni, stavolta non lo penso solo io. Vedo intorno una grande stanchezza, i cittadini sono davvero stufi".

Valentina si era dimostrata fin dall’inizio contraria al ‘dittatura’ del vaccino: "Io sono per la libertà di ogni essere umano di scegliere, l’imposizione del green pass è illegittima e discriminatoria. Ho detto subito no. Alcuni valori, tra cui la libertà e i diritti inalienabili, sono talmente puri e nobili che non si può far altro che difenderli a qualunque costo se si avverte dentro di sé un bisogno di giustizia e verità". Poi il 29 marzo, l’annuncio via social nel segno dei valori di "dignità, umiltà e forza": "Il vada come vada non mi preoccupa più, l’importante è non perdere e tradire se stessi. Mi siete mancati non vedo l’ora di rivedervi e salutarvi con gioia". E ieri, 1° aprile, le porte sono tornate ad aprirsi. "Nello stesso giorno di 10 anni fa, quando ho inaugurato il bar. E speriamo che sia una vera ripartenza!".

Francesca Bianchi