Reddito di cittadinanza revocato a due pusher

Sotto la lente i soggetti sottoposti a misura cautelare. Segnalazioni dai carabinieri. all’autorità giudiziaria

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I carabinieri hanno acceso l’attenzione sui soggetti che si trovano sottoposti a misura cautelare per verificare se percepiscono indebitamente dei sussidi. Un lavoro che i militari dell’Arma della Compagnia di Pisa portano avanti con il Nucleo Ispettorato del lavoro dell’Arma. E, con le prime verifiche, sono venute fuori anche le prime "magagne". Un albanese di 29 anni – che si trova agli arresti domiciliari – e un italiano di 59 anni, che invece è sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora, incassavano il reddito di cittadinanza. Da marzo a dicembre scorso si parla di 6mila 340 euro di sussidi statali per due soggetti che, in ragione proprio della misura di giustizia a loro carico, non avrebbero dovuto percepire. Peraltro si tratta di due soggetti – si apprende – che hanno a loro carico una misura cautelare per reati collegati alla droga. Pusher con reddito di cittadina, in buona sostanza. Da qui, effettuati gli accertatementi di rito e di legge, i due sono stati segnalati all’autorità giudiziaria per la sospensione dell’erogazione. Successivamente sarà valutato se, in connessione a quanto percepito indebitamente, si ravvisano a carico dei due altre fattispecie di reato. Perché avrebbero dovuto essere loro stessi – comunicando le restrizioni alle quali era sottoposti – a interrompere l’incasso delle cifre. Invece hanno continuato indisturbati a far cassa di soldi che arrivavano senza inciampi, finché il caso non è finito sotto le rete dei controlli dei carabinieri di Pisa. Che, partendo da questi primi casi – si apprende – inizieranno verifiche a tappetto sui soggetti sottoposti a misura e su quelli che lo saranno successivamente, in modo da evitare che i soldi che lo Stato eroga per sostenere fasce in difficoltà alla ricerca di un lavoro non vadano a chi svolge – o comunque è accusato di svolgere – lavori illeciti.

Carlo Baroni