Rapina con il coltello, baby gang incastrata

Arrestati due minori. Uno aveva postato una foto in cui aveva la stessa maglia con la quale aveva aggredito un 21enne

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di Antonia Casini

Una foto su uno dei social più giovani, Instagram, 15 telecamere passate al setaccio, la descrizione dei due fatta dalle vittime. Tessere ricomposte dalla squadra mobile di Pisa (e di altri uffici della polizia di Stato come polfer e scientifica) che venerdì mattina ha arrestato su ordinanza del gip di Firenze due 17enni italiani. Le famiglie, di origine straniera, abitano a Livorno. I due fanno parte di un gruppo più ampio (estraneo alle contestazioni) della città dei Quattro Mori: sono accusati di almeno due episodi accaduti a Pisa, la rapina al coetaneo pisano accoltellato in via Turati il 15 giugno e quella al 21enne in piazza Garibaldi il 28 agosto. "Per entrambi gli episodi – ha spiegato il questore Gaetano Bonaccorso – i cittadini avevano sollevato molte domande che meritavano risposte. Risposte che sono arrivate quasi subito. A poche ore di distanza dal primo fatto furono controllate decine di persone tra cui anche i sospettati, ma abbiamo dovuto attendere gli sviluppi degli elementi acquisiti per avere un impianto accusatorio ben strutturato. Esiti positivi sono arrivati anche avendo attivato subito il piano antirapina (rielaborato il 16 marzo con la Prefettura) e la collaborazione tra vari organi: i due minori furono trovati dalla polizia ferroviaria alla Stazione, sarebbero potuti fuggire. Un ringraziamento va alla Procura della Repubblica fiorentina, ha coordinato la dottoressa Roberta Pieri".

Tanti gli elementi per questa operazione "complessa", prosegue il vice questore aggiunto Fabrizio Valerio Nocita a capo della mobile. "Siamo partiti dalle caratteristiche decritte dalla prima vittima, (uno studente delle superiori, "ora sta bene ed è rientrato a scuola", afferma il padre, ndr), prima che fosse sedato, perché ferito, e fosse portato in ospedale". Il giovanissimo ha riconosciuto anche le loro foto. L’episodio accadde di pomeriggio dietro a Corso Italia. "Una delle prime azioni è stata rintracciare soggetti compatibili con il racconto e anche l’analisi della scena, c’erano chiazze di sangue", dichiara Nocita. "Abbiamo così ricostruito il percorso a ritroso, fin dal loro arrivo in treno quel pomeriggio. Con le telecamere comunali e private (condominiali ed esercizi commerciali), 15 in tutto. Subito dopo, i due individuati si allontanavano da via Turati, uno riponendo nel marsupio un oggetto (il coltello poi trovato sempre a lui, durante la perquisizione in Stazione, da qui la denuncia), l’altro facendo il gesto come della stoccata del fendente, a mimare una coltellata. Gravi indizi".

Il passo successivo, gli approfondimenti osint (analisi fonti aperte): "E’ emerso che i due fanno parte di una baby-gang livornese che frequenta il territorio pisano. I loro profili social hanno portato anche a un altro caso accaduto a fine agosto in pieno centro. Un 21enne disse che a un certo punto della serata due ragazzi si erano staccati da un gruppetto e che, con la scusa di chiedergli un’informazione, gli avevano preso il cellulare. Lui aveva reagito e loro lo avevano picchiato. I social erano stati decisivi: dalle telecamere si vede che uno degli autori indossava la stessa maglietta (di un giocatore famoso di calcio) con il quale è ritratto in una foto del suo profilo Instagram. Le manette sono arrivate per il pericolo di reiterazione del reato. Sono state perquisite le loro case dove sono stati sequestrati telefoni cellulari. Si sta cercando di capire se sono rubati".

La polizia sta pensando anche a quando saranno scarcerati. "Se ci saranno gli elementi – afferma il primo dirigente Virgilio Russo a capo dell’anticrimine – vorremmo utilizzare il cosiddetto Daspo Willy, provvedimento del questore che amplia il precedente Dacur (“divieto d’accesso ad aree urbane”) dopo l’omicidio del cuoco ragazzino Colleferro del 2020, per interdire, per esempio, il nostro centro".