"Puntiamo sulla rigenerazione urbana"

I dettagli dell’operazione, come saranno organizzate le unità immobiliari

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Il nuovo masterplan di Sant’Ermete terrà conto in particolare dei contenuti del Piano di indirizzo territoriale e del Piano paesaggistico regionale, del Regolamento Urbanistico vigente e del Piano Strutturale Intercomunale adottato. In particolare, gli elaborati del Piano Strutturale prevedono espressamente di "completare gli interventi di riqualificazione degli insediamenti popolari di Sant’Ermete, attraverso l’attivazione di progetti di rigenerazione urbana orientati a valorizzare e favorire la qualità e riconoscibilità dell’architettura contemporanea e la qualità degli spazi aperti urbani". La demolizione dei fabbricati esistenti prevista dal masterplan approvato nel 2013 è oggi subordinata agli esiti della verifica di interesse culturale visto che gli immobili hanno più di 70 anni. Ma nei nuovi alloggi che sorgeranno in seguito alla riqualificazione di parte degli edifici esistenti, annuncia l’assessore Raffaele Latrofa, "ci saranno alcune unità immobiliari con 3 camere e un numero di unità immobiliari per blocco variabile da 9 a 12 a seconda delle dimensioni dei singoli appartamenti, potendo comunque ottenere abitazioni di dimensioni superiori a quelle del masterplan già approvato e quindi più rispondenti alle esigenze degli abitanti del quartiere, come emerso anche durante l’incontro della scorsa settimana tra Comune e rappresentanti del Comitato di Sant’Ermete: il recupero del patrimonio edilizio esistente è inoltre obiettivo prioritario delle disposizioni vigenti e consente il contenimento del consumo di suolo". Ma il punto è anche politico e per questo Latrofa "sfida" Zambito "a confrontarsi pubblicamente, davanti alla città, e carte alla mano, sulle responsabilità dei ritardi nella consegna degli alloggi: non bastano i post elettorali su Facebook per affrontare un tema tanto delicato che ha ricadute concrete sulle persone: noi siamo pronti a farlo anche domani". Del resto, conclude l’assessore, "anche l’università di Firenze nel 2015 aveva già evidenziato le criticità dell’operazione pensata dall’allora giunta Filippeschi, definendo il masterplan di allora ‘un modo di fare città ormai superato’. C’era il tempo, insomma, per correggere il tiro, ma non fu fatto".