"Preghiamo per ristoratori e attori"

Il diacono Giani invita i lavoratori lasciati a casa dal Dpcm a salire sull’altare. "Aiutiamoli con azioni"

Migration

La Chiesa di San Miniato invita all’unità ed a fermare il tutti contro tutti in questa fase di caos, paure, crisi, difficoltà e rabbia. E lo fa sul suo organo ufficiale, La Domenica, dove un riflessione del diacono Tommaso Giani, pone l’attenzione anche su proposte concrete mentre sale lo sgomento dei lavoratori del teatro, il timore dei ristoratori e del mondo del commercio. "Se il governo e la Chiesa si accordano per mantenere le funzioni religiose aperte al pubblico, io vorrei che le preoccupazioni, la frustrazione e la paura del futuro dei lavoratori teatrali entrassero nel cuore delle nostre messe – si legge –: con attori, direttori di teatro, scenografi o costumisti dei nostri territori invitati sull’altare per una testimonianza, per un’empatia da risvegliare, per una preghiera laica da condividere, per sentirci davvero tutti fratelli".

"Ho parlato del teatro, ma lo stesso vale per tutte le categorie sociali ed economiche più toccate da queste restrizioni – si legge ancora –. Tutti noi il cui stipendio o i cui spazi di vita non sono stati intaccati dalle restrizioni siamo chiamati a fare la nostra parte, a far sentire concretamente la vicinanza a chi ora è più attanagliato dalla paura o dal senso di inutilità". "E allora in mezzo alle preghiere per il Papa e per il popolo di Dio, perché dall’altare domenica prossima non facciamo riflettere anche sull’importanza e sulla necessità di una bella cena da asporto da prenotare a uno dei ristoranti del paese? Anche questo è carità". Anche questo è Vangelo. La chiesa ha gli occhi puntati sul dramma che tutti stanno vivendo nella pandemia e su una certezza: "Nessuno si salva da solo".