Marco, pisano. "In strada da 5 anni dopo il licenziamento"

L’emergenza povertà sul territorio

 Marco (a sinistra) sta cercando un riparo che gli permetta di ripartire. Accanto a lui, il dolce canino Angus e Livio Gallea

Marco (a sinistra) sta cercando un riparo che gli permetta di ripartire. Accanto a lui, il dolce canino Angus e Livio Gallea

Pisa, 30 dicembre 2017 - Ha preso lo zaino e ci ha messo dentro calzini, mutande e le crocchette per Angus. Da quel giorno dorme in strada. Già, Angus, che lo segue ovunque. Che da quando gli è stato regalato per il suo compleanno, era il 6 febbraio del 2011, è semplicemente con lui. Era già cominciato tutto, ma allora Marco, oggi ha 43 anni, era ancora in una casa, la sua. Certo, in affitto, ma con dentro la sua storia. Abitava a Terricciola, la sua famiglia è originaria di Pontedera. Poi un evento dopo l’altro, la determinatezza e il desiderio di mantenere indipendenza e libertà. Fino al 2013 quando è stato costretto a lasciare l’abitazione che non riusciva più a mantenere. «Nel 2009 sono stato licenziato – racconta davanti a un cappuccino caldo, non ce ne sono molti nella sua giornata – facevo la manutenzione per le macchine che lavorano il marmo. Ho iniziato a girare per agenzie». Marco, mani da lavoratore, rimugina: «E’ da quando avevo 15 anni che mi mantengo. Realizzavo i biliardi in modo artigianale come ora non usa più. Per un periodo, ho fatto il metalmeccanico. Poi, però, non ho trovato più nulla». A fine febbraio 2013, «dopo due avvisi, è arrivato l’ufficiale giudiziario e me ne sono andato».

IL PRIMO pensiero per chi non lo conosce va alla famiglia. «I miei genitori sono in pensione e mi hanno sempre aiutato. Che dovevo fare? Tornare a casa loro per essere mantenuto. No, ho preferito vedermela da solo. Io e la strada». Gli amici. «Mi hanno regalato due compleanni favolosi insieme, questo è il loro dono, altro che ospitarmi per una serata. E poi?». Al freddo. «I primi quattro giorni ho dormito in Stazione. Nei dormitori non si possono tenere i cani e Angus sta con me. Punto». La vita non è facile. Gli hanno rubato più volte i bagagli e buttato tutto quello che aveva. Così Marco approda al loggiato della Coop di via di Gello. Dove conosce tanti clienti: aiuta le persone a fare o portare le borse. E là incontra anche Daniele Livio Gallea, capogruppo di Pisa al Cisom, Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta. «Aiutare significa agire con non per», spiega lo stesso Gallea, promotore con il Cisom dell’ambulatorio etico (aperto lunedì e giovedì 15-18 a chi ne fa richiesta ed è in una situazione di disagio, povertà o non può permettersi farmaci) che ha già 137 assistiti assidui. «L’obiettivo non è l’assistenza, ma il miglioramento della qualità della vita delle persone, capire le loro esigenze. Per questo speriamo che qualcuno voglia dare un riparo (un piccolo posto) e un lavoro a Marco per ripartire. Se gli offrissero un impiego lontano da Pisa come potrebbe raggiungerlo senza auto?». «Cerco di tirare fuori sempre il meglio dalle cose – dice Marco – Però mi manca la mia macchina e un posto caldo dove rientrare la sera».