San Giuliano, scintille tra dipendenti e amministrazione comunale

Organizzazione del lavoro e contratto, i sindacati minacciano lo sciopero. Di Maio e Marchetti: «Non si minacciano certe iniziative come forma di ricatto»

Franco Marchetti, vicesindaco di San Giuliano Terme

Franco Marchetti, vicesindaco di San Giuliano Terme

PISA, 11 agosto 2017 - Botta e risposta a San Giuliano Terme tra sindacati e amministrazione comunale su contratto e gestione organizzativa. «La gestione organizzativa del Comune di San Giuliano Terme sta creando un clima esasperato e di grande malcontento nel personale dipendente. Una gestione che ha creato un quadro contrattuale che non risponde ai canoni di contrattazione decentrata prevista dalle normative vigenti». È la denuncia di Cgil, Cisl e Uil Fpl che esprimono la loro preoccupazione per il rapporto instaurato tra amministrazione e organizzazioni dei lavoratori.

«Tutto questo è dovuto alle difficilissime relazioni sindacali tenute in modo particolare negli ultimi due anni, che hanno portato all’adozione di atti unilaterali da parte dell’amministrazione comunale – spiegano – eludendo la possibilità di trovare soluzione condivise con i rappresentanti dei lavoratori come nelle normali trattative». Secondo quanto riferito da Cgil, Cisl e Uil a oggi non esiste un contatto integrativo normativo ed economico condiviso che disciplini i vari istituti contrattuali (come le progressioni economiche orizzontali, la produttività per il personale, le indennità per specifiche responsabilità) comportando di fatto una gestione unilaterale nella distribuzione delle risorse economiche disponibili per il personale.

«I lavoratori percepiscono imposizioni da parte dell’amministrazione non democratiche e obiettive, senza criteri trasparenti e oggettivi come dovrebbe essere nella gestione di una pubblica amministrazione – continuano – già dal mese di novembre 2016, la rottura con la delegazione trattante di parte pubblica e i sindacati era sfociata nella proclamazione di uno stato di agitazione del personale con un tentativo di mediazione del prefetto non andato a buon fine. La reiterazione di questo atteggiamento potrebbe avere conseguenze negative sull’erogazione dei servizi al cittadino, fino ad arrivare alla proclamazione di uno sciopero».

Rispondono il sindaco Sergio Di Maio e il vicesindaco Franco Marchetti: «I sindacati stigmatizzano sulla stampa locale “la mancanza di corrette relazioni sindacali improntate a criteri di buona fede e trasparenza” ascrivendo all’amministrazione comunale la responsabilità di tale asserita (ma non dimostrata) carenza. L’ultima seduta della delegazione trattante si è svolta su convocazione dell’amministrazione comunale il 10 luglio. Le parti hanno deciso di incontrarsi di nuovo non appena l’amministrazione avesse valutato la percorribilità dei percorsi proposti dalle organizzazioni sindacali. Il periodo delle ferie non ha consentito di espletare la necessaria istruttoria e l’amministrazione si riserva di convocare nuovamente la delegazione trattante appena possibile a settembre».

«Non risulta che in agosto, anche negli enti virtuosi, fervano le trattative sindacali. Mette conto di osservare come l’espressione del dissenso sulla stampa in assenza di specifiche comunicazioni nelle sedi competenti (delegazione trattante, comunicazione istituzionale), per quanto legittima, non sia pienamente corrispondente ai rivendicati criteri di correttezza e buona fede. E’ da osservare come dal 2013 non esistesse un contratto normativo, fatto cui la legge ricollegava l’impossibilità di corrispondere il salario accessorio e di procedere con le progressioni orizzontali. Non risulta che i sindacati abbiano stigmatizzato tale carenza. L’amministrazione ha sopperito a tale carenza adottando unilateralmente un contratto normativo legittimo che ha consentito la legittima remunerazione del personale per la parte riguardante il salario accessorio».

«L’unilateralità del contratto si è resa necessaria considerata l’indisponibilità del sindacato ad addivenire a soluzioni concordate nell’ambito della legittimità. Come noto, la vigente normativa pone stringenti limiti alle amministrazioni in materia di contrattazione decentrata e soluzioni fantasiose come quelle via via proposte dai sindacati avrebbero determinato la diretta responsabilità patrimoniale degli amministratori. Forse il dissenso nasce proprio dal fatto che questa amministrazione vuol tenere di conto dell’insieme dei dipendenti e non solo di alcuni. Vorremmo inoltre ricordare che questa amministrazione ha dovuto rivedere il fondo per le risorse decentrate, perché al momento della costituzione della partecipata “Geste”, il fondo doveva essere riequilibrato in base ai dipendenti in forza in quel momento, e se non fosse intervenuta una legge dello stato i dipendenti oggi sarebbero stati costretti a restituire i soldi presi in più, questo le organizzazioni sindacali avrebbero dovuto saperlo. Venendo da una situazione passata difficile, l’amministrazione ha messo nel fondo delle risorse decentrate tutto ciò che era legittimo mettere. Ha risparmiato notevoli somme sul fondo degli straordinari determinando la destinazione di tali risorse al salario accessorio (produttività)».

«La genericità delle accuse rivolte all’amministrazione non merita ulteriori analisi dell’operato della stessa in materia di gestione del personale pur tuttavia facciamo rilevare che è in atto una riorganizzazione degli uffici anche con interventi sugli orari di apertura al pubblico al fine di rendere un servizio migliore ai cittadini. Per recuperare risorse e rendere più efficiente l’amministrazione, abbiamo reinternalizzato alcuni servizi molto importanti che porteranno benefici ai cittadini ed ai dipendenti. Ci meraviglia questo andamento ondivago delle organizzazioni sindacali provinciali perché noi ci siamo resi disponibili al confronto nel merito dei problemi, però noi siamo fermamente intenzionati a dare ai cittadini un comune efficiente, e su questo siamo impegnati. Nessuno nega i diritti alle persone che lavorano, anzi siamo molto dispiaciuti che troppa gente fuori non abbia riconosciuto alcun diritto e abbiano lavori precari. Confermato che l’amministrazione resta pienamente disponibile al confronto sul merito dei problemi nell’ambito di un progetto preordinato a dare ai cittadini un comune efficiente, nel rispetto dei diritti delle persone che lavorano. E’ infine da osservare come, di norma, lo sciopero non si minaccia come forma di ricatto, essendo troppo importante questa forma di lotta che ha portato a grandi conquiste in ambito di emancipazione sociale per essere spesa al ribasso. Se lo sciopero verrà dichiarato e i dipendenti lo faranno, l’amministrazione ne prenderà atto continuando ad impegnarsi per il raggiungimento degli obiettivi prefissati e a rispettare le regole dei rapporti sindacali per addivenire, nei limiti del lecito, a soluzioni condivise».