Il sindaco Michele Conti e il candidato sindaco di centrosinistra Paolo Martinelli

di Giuseppe Meucci  La campagna elettorale per le amministrative di primavera deve ancora entrare nel vivo, ma qualche scenario si comincia a delineare. Da una parte c’è il sindaco Michele Conti, di nuovo in campo con una sua lista civica. Dall’altra il ruolo di sfidante numero uno tocca al Pd, che alle politiche del settembre scorso ha dimostrato di avere qui a Pisa i voti sufficienti per tornare a vincere. Ma un conto sono le elezioni politiche, un altro le amministrative: troppo diversi gli scenari, i protagonisti, le percezioni che orientano il voto. La partita incerta, ma alcune considerazioni si possono fare, soprattutto dopo che il Pd ha scelto il proprio candidato: un personaggio estraneo al consueto giro della politica, ma con forte connotazione che a Paolo Martinelli deriva dall’essere un cattolico impegnato, in incarico di rilievo come la presidenza delle Acli. E qui sta la novità di questa tornata elettorale pisana che potrebbei, se il Pd trovasse l’accordo con le altre forze di sinistra che per ora non c’è, anticipare anche un possibile scenario nazionale diverso da quello che ha visto a settembre la vittoria di una destra unita e dominata dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Ebbene Pisa alle elezioni di primavera, con il coinvolgimento diretto dell’ampio e variegato mondo cattolico privo di riferimenti precisi dopo la scomparsa della Dc, potrebbe ancora una volta giocare un ruolo di laboratorio politico nazionale. All’ombra della Torre è successo più di una volta in passato, sia pure in contesti diversi che però hanno anticipato tendenze poi sviluppatesi nei palazzi romani.  Il primo caso da ricordare risale al 1962 quando a Pisa si formò la prima giunta di centro sinistra d’Italia, ben prima che quella formula divenisse prassi di governo a Roma. E per di più a guidarla c’era il sindaco più giovane d’Italia, il democristiano Umberto Viale e la sua inedita esperienza politica a palazzo Gambacorti aprì una strada poi percorsa dai governi nazionali. Dieci anni dopo Pisa conquistò di nuovo la ribalta quando, dopo una stagione di instabilità amministrativa si verificò un vero ribaltone politico. Con i voti di una parte significativa dei consiglieri della Dc e dei gruppi del Pci e del Psi, fu eletto sindaco il democristiano Elia Lazzari. Ebbe così fine la serie delle giunte “ballerine” che duravano pochi mesi seguite da gestioni commissariali del Comune. Fu in quella circostanza che nelle cronache politiche Pisa fu descritta come il laboratorio politico dove aveva preso forma con largo anticipo quel “compromesso storico” che sarebbe stato l’obbiettivo di Moro e Berlinguer. Arriviamo così a giorni a noi più vicini quando alle ultime elezioni amministrative, in una città dove ormai si era consolidata una maggioranza di sinistra, dalle urne uscì un risultato a sorpresa: la vittoria della coalizione di destra guidata da un candidato sindaco presentato dalla Lega con il sostegno di Fratelli d’Italia. Ancora una volta anticipazione di quel che sarebbe accaduto nel settembre scorso con l’arrivo nei palazzi romani di Giorgia Meloni e della sua maggioranza di destra. Ecco perché le prossime elezioni pisane sono da seguire con attenzione. Intanto la presenza del candidato cattolico è una sfida e una novità di non poco conto, anche se si deve ancora capire quali saranno i temi della campagna elettorale con cuii questa sinistra pisana a trazione cattolica combatterà la sua battaglia per palazzo Gambacorti. Per ora si è visto poco. Il tempo stringe. E forse è il caso che Martinelli cominci davvero a spiegare agli elettori come immagina la città futura.

Cronaca

Il commento



di Giuseppe Meucci 
La campagna elettorale per le amministrative di primavera deve ancora entrare nel vivo, ma qualche scenario si comincia a delineare. Da una parte c’è il sindaco Michele Conti, di nuovo in campo con una sua lista civica. Dall’altra il ruolo di sfidante numero uno tocca al Pd, che alle politiche del settembre scorso ha dimostrato di avere qui a Pisa i voti sufficienti per tornare a vincere. Ma un conto sono le elezioni politiche, un altro le amministrative: troppo diversi gli scenari, i protagonisti, le percezioni che orientano il voto. La partita incerta, ma alcune considerazioni si possono fare, soprattutto dopo che il Pd ha scelto il proprio candidato: un personaggio estraneo al consueto giro della politica, ma con forte connotazione che a Paolo Martinelli deriva dall’essere un cattolico impegnato, in incarico di rilievo come la presidenza delle Acli. E qui sta la novità di questa tornata elettorale pisana che potrebbei, se il Pd trovasse l’accordo con le altre forze di sinistra che per ora non c’è, anticipare anche un possibile scenario nazionale diverso da quello che ha visto a settembre la vittoria di una destra unita e dominata dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Ebbene Pisa alle elezioni di primavera, con il coinvolgimento diretto dell’ampio e variegato mondo cattolico privo di riferimenti precisi dopo la scomparsa della Dc, potrebbe ancora una volta giocare un ruolo di laboratorio politico nazionale. All’ombra della Torre è successo più di una volta in passato, sia pure in contesti diversi che però hanno anticipato tendenze poi sviluppatesi nei palazzi romani. 
Il primo caso da ricordare risale al 1962 quando a Pisa si formò la prima giunta di centro sinistra d’Italia, ben prima che quella formula divenisse prassi di governo a Roma. E per di più a guidarla c’era il sindaco più giovane d’Italia, il democristiano Umberto Viale e la sua inedita esperienza politica a palazzo Gambacorti aprì una strada poi percorsa dai governi nazionali. Dieci anni dopo Pisa conquistò di nuovo la ribalta quando, dopo una stagione di instabilità amministrativa si verificò un vero ribaltone politico. Con i voti di una parte significativa dei consiglieri della Dc e dei gruppi del Pci e del Psi, fu eletto sindaco il democristiano Elia Lazzari. Ebbe così fine la serie delle giunte “ballerine” che duravano pochi mesi seguite da gestioni commissariali del Comune. Fu in quella circostanza che nelle cronache politiche Pisa fu descritta come il laboratorio politico dove aveva preso forma con largo anticipo quel “compromesso storico” che sarebbe stato l’obbiettivo di Moro e Berlinguer. Arriviamo così a giorni a noi più vicini quando alle ultime elezioni amministrative, in una città dove ormai si era consolidata una maggioranza di sinistra, dalle urne uscì un risultato a sorpresa: la vittoria della coalizione di destra guidata da un candidato sindaco presentato dalla Lega con il sostegno di Fratelli d’Italia. Ancora una volta anticipazione di quel che sarebbe accaduto nel settembre scorso con l’arrivo nei palazzi romani di Giorgia Meloni e della sua maggioranza di destra. Ecco perché le prossime elezioni pisane sono da seguire con attenzione. Intanto la presenza del candidato cattolico è una sfida e una novità di non poco conto, anche se si deve ancora capire quali saranno i temi della campagna elettorale con cuii questa sinistra pisana a trazione cattolica combatterà la sua battaglia per palazzo Gambacorti. Per ora si è visto poco. Il tempo stringe. E forse è il caso che Martinelli cominci davvero a spiegare agli elettori come immagina la città futura.

Pisa al voto merita  sempre attenzione    

L'Ocean Viking a Carrara (foto Pasquali)

Carrara, l'arrivo della Ocean Viking. A bordo 95 migranti

Multe (foto di repertorio)

Multe, l’esercito dei furbetti. A pagare sono soltanto quattro automobilisti su dieci

Vacanze

L’industria delle vacanze decolla. "Faremo il pieno anche nei ponti"

Potrebbe interessarti anche

Poliziotti delle volanti

Anziano vedovo chiama la polizia: "Mi sento solo". Gli agenti lo ascoltano e lo confortano

poliziotti eroi

"Sono sola, mi aiutate?". Due poliziotti fanno il caffè alla 90enne

Cimitero comunale, al via i lavori nell’area monumentale

Pisa al voto merita  sempre attenzione     - Cronaca - lanazione.it

Pisa, tutte le ultime notizie, foto, video, eventi ed aggiornamenti di oggi in tempo reale.

Pisa al voto merita sempre attenzione

Più volte le elezioni pisane sono state anticipatrici di tendenze nazionali: sarà così con il duello fra la destra e i catto-dem?

Iscriviti alla newsletter.

Il modo più facile per rimanere sempre aggiornati

Dalla stessa sezione