"Picchiato a terra mentre facevo le flessioni"

Caso Scieri, la testimonianza di Catarcia, il militare che a luglio 1999 era stato vittima di atti di nonnismo: "Fu il medico a denunciare"

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Si continua a delineare il clima dell’epoca. Ieri anche con una testimonianza diretta, quella di Andrea Catarcia, vittima nel luglio 1999 (un mese prima della morte di Lele Scieri nella caserma Gamerra di Pisa) di nonnismo. E’ uno dei tanti testimoni che stanno sfilando davanti alla Corte d’assise (presidente Dani, a Latere Zucconi) e incalzati dalle domande del procuratore capo Alessandro Crini e del sostituto Sisto Restuccia, ma anche da quelle della difesa dei due due ex caporali, a processo per omicidio volontario, Luigi Zabara e Alessandro Panella (tutelati dagli avvocati Di Giuliomaria, Schettini e Andrea Cariello) e delle parti civili per la famiglia, con i legali Ivan Albo e Alessandra Furnari.

"Ero in camerata con alcuni commilitoni – racconta con dolore Catarcia che era nella terza Compagnia – tre anziani mi obbligarono a fare le flessioni e, una volta a terra, mi colpirono con calci e pugni", ha raccontato in aula. Il medico, notando le ecchimosi, denunciò il fatto. Per aver omesso di riferire ai vertici furono sanzionati Panella (di cui Catarcia aveva "paura") e Zabara, puniti a livello amministrativo con giorni di rigore.

Poi, è stato ascoltato Simone Pugliese, addetto al contrappello che ha parlato nuovamente della sera del 13 agosto 1999 quando Lele, allievo parà arrivato quel pomeriggio a Pisa, non si presentò. Molto si è dibattuto sul mancato rientro (come fu poi registrato il caso di Scieri) e assente al contrappello (che indicava invece che la persona era rientrata in caserma ma non aveva partecipato al contrappello). Come quella degli altri la sua posizione fu archiviata "perché il fatto non sussiste" nel 2000 in relazione al procedimento per omicidio colposo.

"C’erano molti mancati rientri nel fine settimana. Alcuni chiedevano di tornare a casa e non veniva loro concesso ma se ne andavano ugualmente". "Ma la mancanza di Scieri non l’aveva insospettita?", insiste il procuratore. "No, era normalissimo", la risposta. Poi, l’accoglienza riservata, in quel periodo, agli allievi. "Nel foglio a cura della Compagnia e che veniva fatto firmare, i principali argomenti erano l’uso vietato di alcol e droga e gli atti di nonnismo che non dovevano essere accettati ma denunciati subito ai superiori". "Quando ha saputo di Scieri?", chiede ancora Crini. "Me lo disse mia moglie. Ero a casa". "Era un momento molto particolare in cui gli ufficiali erano molto attenti agli atti di nonnismo".

An. Cas.