"Per Ennio", al tributo per Morricone anche Luca Vignali, l'esecutore di Gabriel's Oboe

A Pisa, il 6 settembre in Piazza dei Cavalieri, una All Star Orchestra diretta da Beppe Vessicchio e Jacopo Rivani chiuderà in bellezza la stagione estiva del Teatro Verdi. Vignali: "Sarà un ritrovarsi tra amici e il repertorio una sintesi dei brani più famosi di Ennio. Un bellissimo omaggio alla sua grandezza”

Luca Vignali (foto la lumière studio)

Luca Vignali (foto la lumière studio)

Pisa, 21 agosto 2022 - Sembra ardito a dirsi, ma lo spettacolo che la sera del 6 settembre nella piazza dei Cavalieri chiuderà la stagione estiva del Teatro Verdi sarà veramente eccezionale e irripetibile. Se il titolo del concerto “Per Ennio. Omaggio a Morricone” da solo è già eloquente e vale il biglietto (sono acquistabili al botteghino del Verdi o sul circuito Vivaticket), c’è almeno un altro motivo per apprezzare questo specialissimo evento di fine estate: i musicisti. ‘Per Ennio’, il Teatro Verdi ha messo insieme una “All Stars Orchestra” con le prime parti di alcune delle più importanti orchestre italiane per eseguire le più celebri colonne sonore del Maestro. E ancora, uno dei più amati direttori d’orchestra, il Maestro Beppe Vessicchio, sarà sul palco del Verdi d’Estate per dirigere una propria suite scritta su celebri temi di Morricone, mentre la cantante Arianna presterà la sua voce a famosissimi brani del repertorio morriconiano. Fra le ‘Stars’ di questa irripetibile orchestra ci sarà anche Luca Vignali, primo oboe del Teatro dell’Opera di Roma e il più famoso esecutore della straordinaria “Gabriel’s Oboe” del film Mission. L’ultima volta che Vignali ha eseguito Gabriel’s Oboe è stato nel 2021, diretto dal Maestro Andrea Morricone, nel tributo al padre Ennio durante premiazione del David di Donatello. Maestro Vignali, perché Morricone volle lei? “Intanto precisiamo che non sono io a suonare nella colonna sonora del film, che fu invece incisa a Londra. Tra l’altro ho conosciuto prima questo brano e poi il Maestro. Andò così: ero appena arrivato a Torino e suonavo nell’Orchestra della Rai. Nell’intervallo delle prove andai a vedere Mission che era appena uscito al cinema. Era il 1987. Appena ascoltai ‘Gabriel’s oboe’ lo trovai strepitoso e mi domandai se mai lo avrei suonato con il Maestro. Alla fine avvenne per concerti e incisioni. Mi chiamò Gino Lanzillotta, direttore della Roma Sinfonietta e strettissimo collaboratore di Morricone”. Che ricordo conserva di lui? “Mi ha insegnato il perfezionismo, a pretendere rigore e grande professionalità. Non tollerava gli errori e le approssimazioni. Lui era un esempio di tutto questo che ha conquistato facendo tanti sacrifici. Godere della sua stima è un orgoglio ma a volte era anche una responsabilità”. Per esempio? “Da perfezionista qual era, aveva i suoi punti di riferimento per tutti gli strumenti e si tranquillizzava quando vedeva i visi dei musicisti che conosceva e di cui si fidava. Successe che io stavo lavorando in teatro e mi telefonarono chiedendomi di correre negli studi di registrazione perché il Maestro era molto arrabbiato e voleva vedermi. In Baarìa, nella scena della sepoltura del figlio, c’è una melodia molto malinconica e lui voleva che la suonassi io. Guardai la parte e gli dissi: ‘Maestro, ma ci sono due oboi, chi lo fa l’altro?’ e lui: ‘tu’. Così incisi la scena facendo la parte di entrambi gli oboe”. Questo strumento non è tra i più studiati o famosi alla stregua di violino o pianoforte. Lei come ci è arrivato? “Ero clarinettista nella banda del mio paese in provincia di Modena. Il mio maestro aveva visto in me delle qualità e mi spinse a entrare in conservatorio dove, però, le classi di clarinetto erano piene, perché è molto utilizzato per il liscio, che in quelle zone si pratica tanto. Era rimasto un posto per oboe fagotto, il mio maestro mi consigliò di provare con quello. E non tornai mai più indietro. Questo è lo strumento spalla dei fiati dell’orchestra come lo è il violino per gli archi. Il suo suono però non è facilmente individuabile perché manca un repertorio popolare”. Con Gabriel’s oboe Morricone ha contribuito alla popolarità questo strumento? “Sì, anche se è l’Adagio di Benedetto Marcello del film Anonimo Veneziano che inizia ad aprirgli una porta. Poi è arrivato Morricone con questo brano pazzesco che sfrutta l’estensione, dove l’oboe può dare il massimo e dove si vede la raffinatezza e la grande conoscenza del compositore. Quando lo suonavo col Maestro erano grandi soddisfazioni perché ha un grande valore ricevere da lui, uomo così esigente, grandi parole di ammirazione”. L’oboe era uno strumento su cui faceva molta ricerca? “Sì. Sono stato molte volte a casa sua perché desiderava scrivere un concerto per oboe. Quando scriveva era capace di scrivere cose molto difficili e amava dedicarsi alla composizione di musica classica. Devo dire che ho potuto conoscere il Morricone che in questo campo non ha avuto gli stessi riconoscimenti che meritava. Se torniamo alle colonne sonore e pensiamo a Mission, fu una enorme ingiustizia non avergli dato l’Oscar: è un capolavoro”. Maestro Vignali, anche la sua è una carriera eccezionale. A 17 anni debutta all’Arena di Verona con Riccardo Muti, a 19 suona con i Berliner Philarmoniker ed Herbert von Karajan … “Ho avuto la possibilità di fare esperienze formative incredibili. Nel 1982, 19 anni e appena diplomato, il primo oboe dei Berliner, del quale avevo seguito un corso di perfezionamento, mi chiamò per entrare in Accademia: ci passai due anni ed ebbi modo di suonare con loro e con Herbert von Karajan. Di bello, dopo 43 anni di carriera, c’è che non ci si stanca e si ha ancora voglia di apprendere cose nuove da persone e colleghi”. Il concerto del 6 settembre a Pisa sarà uno di questi momenti? “Certamente. Sarà molto di più, perché l’orchestra che suonerà a Pisa sarà formata da tantissimi amici che si conoscono e che hanno suonato insieme come il violista Lorenzo Corti, oppure i colleghi dell’Opera di Roma come il cornista Carmine Pinto, il primo flauto Carlo Enrico Macalli e il violinista Vincenzo Bolognese. Sarà davvero un ritrovarsi tra amici, dopo tanto tempo, per suonare di nuovo insieme. E il repertorio sarà una sintesi dei brani più famosi di Ennio. Un bellissimo omaggio alla sua grandezza”.

Eleonora Mancini