"Patto per le spiagge"

Ripulire il litorale da rami e rifiuti "Alleanza coi balneari adriatici"

La situazione ieri mattina  sulla spiaggia di Calambrone (foto Cappello/Valtriani)

La situazione ieri mattina sulla spiaggia di Calambrone (foto Cappello/Valtriani)

Calambrone (Pisa), 5 dicembre 2019 -  Gli stabilimenti balneari del litorale pisano, se non subito, ma tra qualche settimana, dovranno preoccuparsi della foresta spuntata sulla battigia. E, a parte le spiagge libere, quel mare di legno, plastica e rifiuti di ogni sorta, dovranno essere rimossi a spese dei singoli bagni. Ognuno, qui, dovrà fare da solo. "Quello che è successo dovrebbe spingerci a consorziarci, ad avere un’organismo che riunendoci tutti in modo concreto e fattivo, crea le condizioni per interventi mirati, urgenti e collettivi", dice Diva Giannelli, che guida il bagno La Siesta di Calambrone. "L’esempio di come dovrebbe essere ci viene suggerito dalla riviera romagnola – spiega Giannelli – dove, per esempio, è stata fatta intervenire subito una grande azienda del settore del recupero dei rifiuti che è entrata subito in azione con decine di operatori e mezzi idonei per ripulire le spiagge e restituire la battigia, frequentatissima d’inverno anche qui da noi, ai cittadini. Questa organizzazione a noi manca e sarebbe utile, al di là delle emergenze, su molti aspetti anche relativi all’accoglienza, alla gestione della stagione, sui quali potremmo muoversi con successo, tutti insieme, al di là della giusta competizione con l’offerta verso la clientela". La mareggiata che ha accompagnato il maltempo di metà novembre, infatti, ha portato sulla spiaggia una gran quantità di detriti. Le piene dei fiumi hanno scaricato in mare soprattutto tronchi e ramaglie,e il fortissimo vento ha ricacciato il materiale immediatamente sulla riva. Il mare per ore ha continuato a restituire quanto la furia delle piene ha strappato agli alvei dei fiumi. Da Marina di Pisa al porto di Livorno le spiagge – le situazioni di più evidenti a Tirrenia e Calambrone – sono una foresta di tronchi d’albero, canneti e residui di plastiche di ogni sorta. Uno spettacolo per certi versi inquietante, e una visione anche spettarle quando cala la sera, avvolge le spiagge pisane. La rimozione di tutto questo materiale avrà un costo e, probabilmente, avverrà in tempi diversi se non interverrà un accordo tra stabilimenti: ci saranno così tratti di spiaggia ripristinati, e altri che ancora per settimane e settimane continueranno ad essere coperti da cumuli di enormi dimensione di detriti. "E’ chiaro che ognuno si farà carico, m anch’io lo farò prima possibile, delle opere di pulizia – aggiunge Gianelli –. Ci serviranno personale e attrezzature. E lo faremo. Farlo tutti insieme, con il supporto di operatori del mestiere sarebbe tutto diverso ed avrebbe tempi diversi". Sulla riviera romagnola, già all’indomani dello stesso fenomeno, era stata data garanzia di ritorno alla normalità in dieci giorni. "Visto che la riviera adriatica è un modello di accoglienza ed efficienza – conclude Giannelli –, perché in qualche modo non stringere un patto d’amicizia e di collaborazione, vero e concreto. Del resto siamo tutti operatori del mare italiano e della gestione, pur con numeri diversi, di quote di turismi che arrivano nel nostro Paese". Per quanto riguarda invece le spiegge libere c’è un piccolo esercito che si tra organizzando per intervenire, messo in piedi da Centro commerciala naturale di Marina, che nei giorni scorsi aveva lanciato l’appello per le "ghiaie", anche loro trasformate in una distesa di legname. La data della prima ondata di pulizia volontaria della costa potrebbe già spiagge sabato prossimo. Le quantità da rimuovere sono davvero enormi: tra tronchi, rami e canneti si ipotizzano centinaia di quintali. Anche se non mancano singoli cittadini che in queste mattine sono andati a far legna in spiagga. Del resto è gratis. © RIPRODUZIONE RISERVATA