Parcheggiatori abusivi: un assedio quotidiano «I controlli? Non ci sono»

Il Far West della sosta

Parcheggiatori abusivi

Parcheggiatori abusivi

Pisa, 27 maggio 2018 - Un tema caldo, che sta infiammando la campagna elettorale e non solo: il fenomeno, atavico, dei parcheggiatori abusivi. Tanti i proclama e i progetti (tanti ancora sulla carta) con task-force interforze attraverso i quali si promette di riportare una situazione di legalità diffusa. Ma oltre le parole, c’è la realtà dei fatti. Una realtà che vivono quotidianamente gli automobilisti che frequentano le principali piazze di Pisa. Nei giorni scorsi i cronisti de La Nazione si sono messi al volante per documentare con video e foto quanto accade ogni giorno nelle maggiori aree di sosta.

Piazza Santa Caterina. Il test inizia di mattina nella centralissima piazza Santa Caterina dove incontriamo cinque senegalesi che non vedendoci pagare il biglietto (siamo abbonati, ndr) ci chiedono spiegazioni calandosi a pieno nel ruolo di ‘vigilini’. La loro presenza, ci rivelano i passanti e i commercianti della zona, qui è costante. Anche notturna, addirittura fino alle 2 nel weekend. Uno ‘straordinario’ pianificato dagli abusivi più intraprendenti che hanno visto nel popolo della movida pisana un business.

Mercato di via Paparelli. Alle 12.30 nel parcheggio del mercato di via Paparelli per l’appuntamento del mercato settimanale. Tra gli stalli spuntano due parcheggiatori con fazzoletti e calzini. Il primo si affretta ad indicarci uno spazio libero e ci aiuta a fare manovra con gesti precisi. Una volta scesi dal mezzo il ben noto copione. «Compra qualcosa. Vuoi fazzoletti?». Al terzo rifiuto il senegalese si zittisce e ci segue fino al parchimetro dove sentenzia: «Oggi non funziona, non prende monete. Date soldi a me e sto qui a controllare la vostra macchina»: un’operazione di marketing che il ‘collega’ – anch’egli senegalese – mette a segno con un due ragazzi scesi qualche attimo prima da un Suv. Gli facciamo notare che le cose non funzionano così, che per poter sostare nel blu è necessario pagare un ticket regolare ed esporlo al vetro.

«Tranquilli, non ci sono problemi – dice lui ostentando sicurezza –. I controllori sono già passati. Vengono sempre dalle 10 alle 11, fanno un giro nella piazza e vanno via. Potete lasciare la macchina a me». Mostrandoci sorpresi, spieghiamo al senegalese che in realtà non potrebbe stare lì e che quello – di parcheggiatore – non è il suo lavoro. Lui sorride prima di dirci che lo conoscono tutti e che, «se non ci sono casini», nessuno lo manda via. E in effetti, lo troviamo al lavoro sino alla fine del mercato.

Ospedale di Cisanello. La seconda tappa è al parcheggio gratuito dell’ospedale nel quale contiamo sette parcheggiatori abusivi che si sbracciano per accaparrarsi gli automobilisti. Compresi noi. Appena apriamo lo sportello la consueta litania. «Come stai? Dammi qualcosa, ti ho aiutato». Davanti a noi un senegalese poco più che ventenne al quale chiediamo come possa sopportare quel caldo essendo – tiriamo ad indovinare e ci riusciamo – addirittura a digiuno per il ramadan. «È lavoro – risponde il giovane con semplicità –. Devo farlo. Ho bisogno di soldi per vivere, non ho altro lavoro. Sto per strada. Sto qui tutti i giorni dalla mattina alla sera». Mentre parliamo due suoi ‘colleghi’ ci passano accanto: uno scavalca la recinzione del cantiere destinato alla nuova ala del nosocomio per andare ad orinare, nascondendosi a fatica nell’erba, l’altro fa altrettanto nello slargo che si affaccia alla prima rotonda che conduce al pronto soccorso. Niente di grave rispetto a quanto vedremo poco dopo al parcheggio H dell’ospedale. Qui la sosta è a pagamento e l’ingresso bloccato da una sbarra che si alza soltanto prendendo il biglietto dal distributore automatico. Compiuto questo rituale, gli automobilisti sono letteralmente presi d’assalto dai parcheggiatori – dieci ragazzoni, tutti radunati all’ingresso – che se li contendono, «costringendoli» anche a compiere manovre azzardate e passaggi contromano per poi presentare il conto che si va a sommare a quello del ticket sosta. Gli abusivi, insomma, si muovono con disinvoltura come fossero i legittimi gestori dell’area.