Ok all’esame di laurea Disco verde per 73 aspiranti infermieri

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PISA

"Manca ancora la comunicazione ufficiale sul sito, ma tra meno di dieci giorni io e i miei compagni di corso saremo laureati". Queste le parole di Emanuele Tognetti, 27enne di Pontedera, ma livornese d’adozione, studente laureando della Facoltà di Infermieristica dell’Università di Pisa, nonchè portavoce dei 73 colleghi di corso dei cinque poli didattici di Pisa, Pontedera, Livorno, Lucca e Massa che come lui hanno rischiato di non riuscire a concludere il percorso di studi entro la fine dell’anno.

Il motivo? Un potenziale cortocircuito accademico-istituzionale che ha tenuto con il fiato sospeso i 73 infermieri laureandi.

"Per far fronte alla carenza di personale sanitario negli ospedali - aggiunge Tognetti - causata dalla pandemia, negli ultimi due anni è stata aggiunta una sessione di laurea straordinaria nel mese di dicembre. Perciò, sul sito d’Ateneo il 28 ottobre, sono state indicate modalità di accesso e tempistiche della sessione: tra il 12 e 16 dicembre. Se non fosse che il 22 novembre per la comunicazione della Direzione dell’Area Medica che ne metteva in dubbio l’effettivo svolgimento".

"Non sapendo che fare, abbiamo coinvolto le sigle studentesche di riferimento, Sinistra per... e Link", spiega Tognetti, le quali hanno prontamente precisato i potenziali disagi agli studenti tramite una nota: "Lo slittamento delle sessioni avrebbe costretto gli studenti ad andare fuori corso e a pagare le tasse dovute entro il 28 febbraio e chi attualmente si trova in una residenza universitaria perderebbe il diritto al posto alloggio prima della laurea".

"Dopo tanta incertezza però è arrivata la fumata bianca, via email - conclude Tognetti -: il Dipartimento Area Medica ha specificato che l’appello di laurea si terrà regolarmente. Il cortocircuito è venuto meno, da quanto appreso, per merito di una proficua interlocuzione avvenuta tra l’Università di Pisa e Ministero dell’Università e della Ricerca. Non vediamo l’ora di discutere le nostre tesi e abilitarci alla professione. Siamo giovani, con tanta voglia di lavorare e comprendiamo bene le criticità che il nostro sistema sanitario è chiamato a fronteggiare quotidianamente. Le abbiamo toccate con mano durante i vari tirocinii svolti durante il nostro percorso accademico. Per questo, appena laureati saremo da subito pronti a dare il nostro contributo".

Francesco Ingardia