Nuovo piano del Parco Scontro per le zone di caccia

Il segretario della Lega Lazzeri: "Rivedere la trasformazione delle aree". La replica di Bani: "Lunedì sera a San Rossore tavolo aperto con Federcaccia"

di Francesco Ingardia

Da una parte i cacciatori che reclamano spazio, dall’altra gli ambientalisti che vedono come fumo negli occhi il "taglio" di una buona fetta di Parco così come è stata prevista nella bozza di Piano integrato attualmente in disucssione. La ridefinizione di aree esterne e contigue è, sostanzialmente, per gli ambientalisti "una mutilazione" dell’area protetta, un taglio ai confini che, mascherato da questioni puiramente tecniche, in realtà mette in pericolo la osstenibilità ambiebntale. Per i cacciatori, invece, il rischio è opposto e cioè che quella bozza rischia di comprimere ulteriormente le aree di caccia. In mezzo a tutto questo tocca al presidente del Parco, Lorenzo Bani, trovare un punto d’equlibrio che accontenti tutti. Strada,per la verità, oggi piuttosto in salita. Secondo Marcello Lazzeri, segretario cittadino della Lega, infatti così com’’ l’ipotesi di Piano integrato rappresenta un "potenziale danno per la caccia". "Recentemente - racconta a La Nazione - ho partecipato all’assemblea di tutte le associazioni venatorie della Toscana, nonostante non sia personalmente un cacciatore, che si è tenuta a Marina di Pisa. È emerso che in regione ci sono 20mila cacciatori attivi, un ’esercito’ corposo composto da persone che praticano la caccia in modo responsabile e nel rispetto delle regole e che contribuiscono in modo determinante al naturale bilanciamento tra flora e fauna, che proprio in queste ore assiste con preoccupazione al processo che porterà all’adozione del Piano". Sul tema, il segretario cittadino del Carroccio ha ricordato il tavolo a cui si è seduto giusto qualche settimana fa (insieme a una piccola delegazione leghista ’mista’ tra consiglieri regionali e comunali) insieme al presidente del Parco Lorenzo Bani, al quale Lazzeri ha suggerito la possibilità di "servirsi all’occorrenza dei cacciatori per la gestionemonitoraggio di alcune zone del parco poco sorvegliate per una strutturale mancanza di personale".

Una sorta di "sentinelle e tutor alla sicurezza", utili anche a "eventuali segnalazioni di discariche abusive, giri di droga o di prostituzione in aree che rientrano sotto il controllo del Parco". Quello di Lazzeri non vuole essere un "attacco, ma un auspicio rivolto a Bani affinchè sulla questione ne sia investita la cittadinanza attiva pisana, cacciatori compresi, che conoscono meglio di chiunque altro il territorio di San Rossore".

Una richiesta di apertura che sembra confermata anche da Bani: "La cartografia e il ridisegno delle aree interne è ancora in fase di definizione. Saranno tenute di conto tante esigenze diverse, partendo da quelle naturalistiche, fortememente mutate a causa dell’antropizzazione. Sono già al vaglio dei tecnici forme di compensazione, misurabili in termini di 1000-2000 ettari, da destinare al settore in caso di compressioni derivanti dalla nuova cartografia, che già saranno illustrate lunedì sera nell’incontro fissato con il presidente regionale di Federcaccia".