Nozze e offese social. La compagna di Logli rinuncia a presentare querele

Caso Ragusa: la fidanzata di Antonio Logli aveva sostenuto di essere stata riempita d’offese dopo l’annuncio del matrionio

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Si è affidata ad un avvocato, subito dopo la tempesta social che l’ha investita all’indomani dell’annuncio delle nozze con Antonio Logli. Poi però, si apprende, Sara Calzolaio, ha scelto per ora di non procedere con le querele. Una scelta che sarebbe stata spinta dal fatto di non fomentare nuove polemiche e per spegnere l’attenzione intorno ad un aspetto che attiene al loro privato. "Sì, ha deciso di non andare avanti con le vie legali – spiega la criminologa Anna Vagli che assieme all’avvocato Simone Giordano assiste Logli –. La signora Sara ha preferito, appunto, far calare il silenzio. La vicenda e le parole che ha ricevuto l’hanno molto provata. Il fatto di non presentare le querele non significa che non c’erano i presupposti. Anzi".

La Calzolaio, la cui relazione segreta con Logli è venuta fuori solo dopo la scomparsa della mamma diventata fantasma a Gello nella notte tra il 13 ed il 14 gennaio 2012, aveva denunciato di aver ricevuto insulti e minacce sui social dopo avere confessato che il suo compagno le aveva chiesto di sposarla. Per questo decise di farsi tutelare da un legale affiancato dalla criminologa Anna Vagli, già consulente, appunto, della famiglia Logli, per valutare quali azioni intraprendere contro gli haters. Il caso delle nozze in carcere tra Sara e Antonio, poco più di un mese fa, aveva inondato i salotti televisivi per scandagliare a fondo la storia tra Logli e la Calzolaio (una relazione che, per la giustizia, sarebbe stata la scintilla del delitto) sullo sfondo della storia maledetta della scomparsa di Roberta Ragusa che Logli – secondo la giustizia arrivata al capolinea della Cassazione – avrebbe ucciso probabilmente al culmine di un litigio per poi distruggerne il cadavere.

Invece, come noto, nei giorni scorsi è stato Loris Gozi, il testimone chiave dell’accusa, a querelare Logli dopo che quest’ultimo aveva ribadito che la sua testimonianza è falsa: "Io ho fatto una querela perché non ce la faccio più, sono distrutto, sono turbato – ha detto Gozi ai microfoni di Quarto Grado –. Mi sono dovuto tutelare". "Una querela che non ci crea molti pensieri – ribatte la criminologa Vagli –. Perché è assolutamente priva dell’elemento soggettivo del reato". Intanto la dottoressa Vagli e l’avvocato Giordano continuano a lavorare alla possibile revisione del processo. Obiettivo che Logli (condannato a 20 anni) e che si proclama innocente, ha fatto sapere anche con le lettere dal carcere, di inseguire con determinazione.

Carlo Baroni