L’ultima rappresentazione sulla scena pisana è del 2013. Sarà forse anche per questo che "Le Nozze di Figaro", capolavoro di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte, in cartellone domani (sabato 4) e domenica 5 al Teatro Verdi, registra il tutto esaurito da settimane? L’attesa, insomma, è altissima anche perché queste ‘Nozze’, coproduzione dei teatri di Pisa, Livorno e Lucca, avrebbero dovuto andare in scena nel 2020 ma la pandemia fermò tutto. L’allestimento era nato nel 2018 per il Teatro Sociale di Rovigo e nel 2019 si riuscì a rappresentarla solo al Goldoni. In buca l’Orchestra della Toscana diretta da Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, Chiara Mariani dirige il Coro Lirico Toscano. Oggi alle 18 l’opera sarà presentata dal direttore artistico Cristian Carrara nella tradizionale conferenza seguita da un aperitivo offerto dalla Fondazione Teatro di Pisa. Delle "Nozze di Figaro", Gasparon firma regia ma anche scene, costumi e luci. Allievo ed erede della grande scuola di scenografia di Pier Luigi Pizzi, la sua scelta registica ha una precisa cifra e mantiene uno stile netto: "Non amo – spiega – ricercare la sensazione e lo scalpore, credo sia giusto che la regia sia chiara e comprensibile ad ogni spettatore, affinché la musica e le parole possano trasmettere emozioni". Oltre 100 allestimenti in trent’anni di carriera nei quali ha firmato regie e scene di grandi produzioni e impegnative opere, da Aida a Tosca, Gasparon si cimenta ora per la prima volta con le Nozze. "E’ un’opera molto complessa. Capisco bene perché il Maestro Muti la consideri uno dei capolavori assoluti del melodramma, e abbia bisogno di grande preparazione musicale. Anche al regista quest’opera richiede un grande studio di approfondimento e di un allestimento cristallino e razionale come la musica di Mozart". Maestro Gasparon, qual è la cifra di questa sua regia? "Suggerisco sempre prima di andare all’opera e soprattutto a chi non conosca questo capolavoro di Mozart, di leggere il libretto, poiché l’intreccio è serrato e complesso: la vicenda si svolge in un solo giorno (il titolo originale della commedia di Beaumarchais infatti è "La folle giornata ovvero le nozze di Figaro "). La mia regia mira a esaltare il ritmo incalzante della musica e della commedia. Le Nozze di Figaro sono molto teatrali, con recitativi complessi ed articolati, e il mio intervento serve a rendere tutto chiaro anche per chi non conosce la storia". Tradizione o innovazione? "Entrambe ma con misura. Ho voluto ispirarmi al mondo di Strehler, cioè allestire l’opera nel modo più teatrale possibile lavorando molto con i cantanti proprio sotto il profilo della interpretazione e della fisicità. Riducendo la scenografia all’essenziale ho voluto dare più risalto alle azioni dei cantanti". Per esempio? "Avremo diversi ambienti i cui mobili sono coperti da teli bianchi, per evocare un sentimento di atemporalità, di sospensione e isolare ed esaltare ogni personaggio. Nonostante i costumi siano 700eschi, i protagonisti, vero motore dell’opera, sono modernissimi e vicinissimi a noi. Ritmo serrato, naturalezza di recitazione e una contagiosa follia: spero che il pubblico si porti a casa tutto questo".