"Nessuna differenza, neanche alla toilette"

L’ateneo accelera sui "bagni genderless" dopo i manifestini affissi dagli studenti di Sinistra Per. "Saremo pronti entro giugno 2022"

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La rivoluzione passa (anche) dai bagni. A pochi giorni dal ‘caso’ Geremia – lo studente del liceo Ulisse Dini che si era visto rispondere no alla richiesta di una carriera alias e per sostenere il quale i colleghi studenti avevano deciso di occupare la scuola - un altro gesto apre nuovamente il dibattito sulle questioni di genere, questa volta all’Università. L’affissione – come scriviamo anche nelle pagine di cronaca nazionale – di una serie di manifesti da parte della lista "Sinistra Per" con scritto "Questo è un bagno neutro, a casa tua i bagni sono divisi per genere?" ha dato la spinta decisiva all’iter già intrapreso dall’ateneo, rallentato dalla pandemia.

"Avremo un bagno genderless, neutro, in ogni edificio. Sono tanti, una settantina, se non di più e li abbiamo già mappati tutti, terminando la ricognizione proprio in questi giorni – spiega il professor Arturo Marzano, delegato per "Gender studies and equal opportunities" (Studi di genere e uguali opportunità) –. Poi sarà il Senato Accademico a decidere in che modo rendere visibile questa scelta, se eliminare qualsiasi simbolo dalle porte dei wc o sceglierne uno ad hoc che mescoli il maschile con il femminile, come già è stato fatto nei college di Oxford".

"Nelle scorse settimane – spiega ancora Marzano - sono stato contattato da uno studente, che mi ha chiesto informazioni proprio sui passi fatti fino ad oggi per l’introduzione dei bagni genderless alla quale stiamo lavorando sin dal 2009. Ho spiegato che ci sono stati dei ritardi ma che l’obiettivo è arrivare ad inaugurare i bagni neutri entro giugno 2022. Poi, subito dopo, sono stati affissi i manifesti sulle porte dei bagni (dove sono comparse anche alcune tampon box artigianali, per prendere e lasciare assorbenti in caso di necessità, ndr). Nessuna polemica. Va bene così, ci serve da pungolo". Ulteriore benzina per andare avanti nel percorso iniziato nel 2007 quando è stata introdotta la carriera alias, il libretto con un nome diverso da quello anagrafico. E che a gennaio 2020 ha visto il passaggio ad un regolamento ‘semplificato’: adesso, infatti, per attivare la procedura non c’è più bisogno di presentare alcuna certificazione medica. "L’ateneo non entra nelle vicende private dei propri studenti – sottolinea il professor Marzano - non deve essere interessato a sapere se è stato avviato o no un percorso di transizione. Dall’approvazione del nuovo regolamento c’è stato un vero e proprio boom: 18 richieste di carriera alias accolte e attualmente in essere. Un lavoro scrupoloso che porta avanti la dottoressa Antonella Mannucci, responsabile delle carriere alias nella segreteria studenti. Ma è anche un lavoro intenso a livello umano, spesso anche commovente: ci troviamo ad ascoltare e condividere storie di vita, di coraggio, preoccupazioni e ansie. Tutto ciò 20 anni fa era impensabile".

Francesca Bianchi