Dolore muscolo-scheletrico cronico per il 26% degli italiani

La professoressa Munno (Reumatologia): «Un tema di spesa sanitaria importante

Esami di laboratorio (foto di repertorio)

Esami di laboratorio (foto di repertorio)

Pisa, 9 luglio 2016 - Un concreto cambio di paradigma, per gestire al meglio un tema di rilevanza nazionale: non più il dolore muscolo scheletrico cronico come sintomo di una malattia, ma esso stesso una patologia da diagnosticare con scale di valutazione validate e condivise, da trattare con appropriatezza, secondo percorsi diagnostico terapeutici definiti con team multidisciplinari, per garantire al paziente il ritorno ad uno stato positivo in termini di qualità di vita, con la normale ripresa della attività lavorative e sociali. Ecco la proposta di G.u.i.d.a., la Società Italiana per la «Gestione Unificata ed Interdisciplinare del Dolore muscolo-scheletrico e dell’Algodistrofia», che ha presentato oggi in un incontro istituzionale, presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, obiettivi e percorso programmatico finalizzati a migliorare la condizione dei milioni di pazienti italiani che soffrono di dolore cronico muscolo-scheletrico.

«Il dolore muscolo scheletrico cronico, secondo dati recenti - ha spiegato il presidente Ombretta Di Munno, professore associato di reumatologia presso l’Università di Pisa - riguarda oltre il 26% della popolazione e rappresenta un tema di spesa sanitaria di primaria importanza, sia in termini di costi diretti che indiretti. Con queste premesse abbiamo scelto di fondare G.U.I.D.A, con l’obiettivo di colmare una lacuna importante nel panorama della scienza italiana e con l`aspirazione di creare una alleanza culturale e scientifica fra gli specialisti Ortopedici, Fisiatri e Reumatologi, figure professionali che gestiscono con maggiore frequenza i pazienti affetti da dolore muscolo-scheletrico».

Le localizzazioni del dolore cronico muscolo scheletrico sono: la parte superiore e inferiore della schiena, il capo, il collo e le articolazioni (principalmente il ginocchio). Il dolore cronico è più frequente nell’anziano, nella popolazione a basso reddito e tra le donne. Le cause che possono determinare il dolore cronico sono molteplici, tra le più comuni: l’artrosi e le artriti (nel 42% dei casi), le lombalgie, i dolori delle spalle e del collo, i disturbi del disco intervertebrale, le fratture, le cefalee, le sindromi da dolore delle fasce muscolari. Secondo i dati dell`osservatorio sul dolore cronico in Italia è un problema che riguarda il 26% della popolazione italiana, mentre la percentuale sale al 74% se si considera la fascia di popolazione compresa tra i 60 e gli 80 anni.