Mostra sulle origini all’archivio di Stato

ll Luminara, che ogni 16 giugno impreziosisce i Lungarni, quest’anno è al centro di una accurata mostra, visitabile dal 9 al 25 giugno giugno nelle sale dell’Archivio di Stato. L’esposizione vuole ripercorrere, tramite i documenti esposti, la storia della tradizionale manifestazione, alla ricerca delle sue radici storiche e dei suoi mutamenti nel tempo. Ad aprire il percorso ci sono i documenti più importanti conservati a Palazzo Toscanelli: il ms. 322 del Fondo Roncioni che riporta il "Breve Portus Kallaretani", un codice pergamenaceo miniato redatto dal 1318 al 1321 ed emendato sotto il consolato di Betto Alliata, esponente della nobile e potente famiglia pisana. Accanto a disposizioni di varia natura troviamo al paragrafo XXIII la specifica Della luminara, da questo capitolo veniamo a sapere che il 25 marzo, giorno di Santa Maria Annunziata, "tucti gli omini iurati del Porto (…) di Kallari, sì degli artefici come de’ mercata(n)ti" dovevano tenere una "luminara" nella chiesa di "Santa Maria di Porto", la Santa Maria de Portu Gruttis di Bonaria, a Cagliari, distrutta dall’incuria nel corso del Novecento. Quando a Cagliari i consoli dettavano le norme del Breve, a Pisa, come ci ricorda una pergamena del vescovo Francesco Visconti del 1269, si celebrava con una grande "luminara" la vigilia dell’Assunzione, ovvero il 14 agosto, allestendo l’interno della cattedrale con scenografie fisse a forma per lo più di croce e di stelle, raffigurate in incisione da Franceschini nel Theatrum Basilicea Pisanae del 1705, anch’esso in mostra.

Ma quando veramente la "luminara" divenne una festa della città? In attesa di nuovi approfondimenti, possiamo comunque attestare al pieno periodo Barocco la nascita della manifestazione e precisamente nell’occasione della traslazione del corpo di S. Ranieri da Palazzo reale, alla presenza dei Granduchi, alla nuova cappella del Duomo intitolata al Santo, avvenuta il 25 marzo del 1688.

Alessandra Alderigi