Morì 4 giorni dopo l’operazione. "Dovevano curarlo con i farmaci"

Il caso ancora aperto sul decesso di Giovanni Ghiara, 66 anni di Livorno. I dubbi nell’accertamento tecnico

Sala operatoria (foto repertorio)

Sala operatoria (foto repertorio)

Non è ancora scritta del tutto la parola fine su eventuali penali responsabilità nella morte di Giovanni Ghiara, 66 anni di Livorno avvenuta due anni fa per un aneurisma innocente all’Aoup di Cisanello. L’avvocato Francesco Atzeni di Livorno, annuncia che oggi stesso chiederà l’autorizzazione al gip di depositare l’esito dell’accertamenti tecnico preventivo - effettuato in sede di causa civile (ancora pendente) - dal quale, si apprende, "emerge che il paziente avrebbe dovuto essere trattato in modo farmacologico e invece fu deciso di procedere in modo chirurgico e che anche il trattamento post operatorio avrebbe dovuto avere un percorso diverso". Un passo importante, secondo il difensore, alla luce anche del fatto che lo stesso giudice, ancora deve sciogliere la riserva sulla richiesta di archiviazione avanzata dalla procura. Fu la moglie del Ghiaria, la signora Paola, insieme allo stesso legale, a dicembre, a raccontarci questa vicenda specificandoci che "le fu spiegato che l’operazione si era svolta con esito positivo": ma nelle ore successive subentrarono complicazioni in seguito alle quale il Ghiara morì quattro giorni dopo essere stato operato. Solo successivamente telefonate alla famiglia e una lettera anonima all’avvocato Atzeni parlarono di "errori commessi in sala operatoria". La vedova ed il legale non si conoscevano e il primo contatto furono proprio quei "messaggi": iniziò così la battaglia per "sapere se c’erano delle responsabilità nella morte di mio marito - dice la Signora - oppure se invece è morto dopo che per lui è stato fatto tutto: vivere con il dubbio è terribile". Partirono le indagini, il pm Aldo Mantovani incaricò un ctu che concluse che non si evidenziavano anomalie per le quali ipotizzare penali responsabilità. Scatta la richiesta di archiviazione che è stata però "fermata" dal gip davanti al quale nei giorni scorsi si è tenuta l’udienza: "L’accertamento tecnico preventivo che è stato depositato in sede civile può evitare ora che sul percorso penale arrivi la pietra tombale - conclude l’avvocato -. Anche perchè gli stessi nostri consulenti hanno evidenziato che Ghiara dovesse essere tratto in modo solo farmacologico".

Carlo Baroni