di Antonia Casini Anna, 20 anni, e Matteo, 34, sono morti lo stesso giorno, il 5 febbraio. La prima a Milano, il secondo in Friuli: entrambi per choc anafilattico. Erano infatti allergici ad alcuni alimenti e li hanno mangiati inconsapevolmente. Saranno poi le indagini a stabilire perché. Nel 2018, fu Chiara Ribechini di Cascina a perdere la vita dopo una cena in un ristorante che frequentava abitualmente, a Palaia, per aver ingerito le proteine del latte alle quali era allergica. Per questo caso c’è un processo in corso. "Purtroppo dopo di lei, ci sono stati altri casi. Dopo poco, morì Eleonora: andammo a trovare i genitori – spiegano mamma Michela Bargagna e babbo Massimo Ribechini – Vorremmo far sapere anche alle famiglie di questi ultimi giovanissimi che siamo loro vicini e se hanno bisogno noi ci siamo. Per questo abbiamo fatto nascere con l’associazione "Aps Chiara Ribechini con l’allergia si può (39 370 314 2036 o apschiara@yahoo.com)" uno sportello di sostegno psicologico online. Il progetto si chiama ‘Chiaramente’ e ha lo scopo di aiutare i pazienti allergici e le loro famiglie a gestire le difficoltà quotidiane e a prevenire il disagio emotivo". Un problema ancora poco conosciuto. "Abbiamo appreso di questi nuovi episodi navigando su internet: significa che se ne parla ancora troppo poco e a volte male. Chiara era attenta a quello che mangiava, scrupolosa. Persone come lei per tutta la vita sanno che corrono un rischio. L’abbiamo cresciuta facendole capire, non era una sprovveduta. Il punto è che negli altri, in chi non è al corrente, informato, il rischio viene sottovalutato: l’ignoranza è deleteria e può portare chi è allergico alla morte. Per Anna si parla di un tiramisù contaminato servito in un locale vegano...". "Altre due persone giovani che hanno un problema, ma vogliono fare la loro vita, non ci sono più – aggiungono i genitori – Un momento di felicità per loro, di pranzi con amici, fidanzati, è stato il loro ultimo giorno. E le allergie sono in aumento". L’associazione dedicata a Chiara nacque subito, nel 2019. "Lavoriamo molto, soprattutto sul percorso di accettazione delle malattie. La nostra vita era strutturata intorno a nostra figlia. Non è facile e abbiamo deciso di supportare chi si trova in difficoltà. Insieme ad altre associazioni, abbiamo dato vita a ’Ripartiamo’, una rete di Pediatrie e realtà italiane che si occupano di bambini e allergie. Lavoriamo insieme, ci scambiamo idee e collaboriamo: nel 2022 abbiamo organizzato un primo convegno. Le informazioni si trovano sul portale Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica - Siaip. Dovrebbe esserci una maggiore conoscenza, soprattutto fra chi lavora nel settore dell’alimentazione, dalla produzione alla cucina al servizio ai tavoli. E’ il momento dei cuochi, chef, in televisione, ecco, se si è professionisti si devono conoscere anche gli ingredienti e gli effetti per chi è allergico, da non confondere con intollerante, la chiarezza e l’informazione, in questo caso, fanno la differenza tra la vita e la morte".