Moribondo oppure niente Sanità, che guai

Avendo ormai un’età di un verde che tende al bruno, al nero diciamo, mi capita di parlare con alcuni coetanei e ad interessarmi, con enfasi puramente accademica, di quello che si deve fare quando non si sta bene, cosa che può perfino succedere anche ai migliori. Quella cosa insomma che si chiama Sanità. Mi pare di aver capito, per sentito dire intendiamoci, che a parte le emergenze, i malati oncologici e quella gente che arriva in ambulanza a capofitto e presto presto che la stiamo perdendo, a parte quelle il resto è mediamente complicato. Per carità, il personale fa autentici miracoli (come si è visto anche nell’emergenza Covid), ma pare che non ci siano i soldi per sostituire quelli che vanno in pensione, o gli altri che vanno nella Sanità privata. Non che lì ci siano bulli e pupe, ma almeno, mi dicono, si respira. La Sanità dipende dalla regione, e in regione c’è un bell’omino sui sessanta, che lo riconosci subito nelle foto perché è quello che ride. E’ ovviamente un uomo di sinistra (ora via, di sinistra…, di Renzi insomma), e penso che soffra le pene dell’inferno quando gli dicono che le persone normali per farsi visite urgenti spesso devono spendere 250 euro a botta, a volte 200. Ho amici che ne prendono 700 di pensione. Insomma, penso che non ci dorma la notte, e siccome alle prossime elezioni riverranno a chiederci del nostro amore, vorrei ricordare al Presidente Giani che Cisanello è vicino all’Arno, e che dunque lui, volendo, potrebbe anche venirci a nuoto, in quel fiume dove così spesso si tuffa.

Si asciughi, si metta un bel vestitino di gabardine, e così potrà scoprire quello che fino a ora, sicuramente, gli devono aver tenuto nascosto, povera stella. Ma lo faccia presto, che è ancora caldo e le ventole girano.

Il Franti