Molestate per strada, inseguite fin sotto casa Le ragazze raccontano: "È successo anche a noi"

Turista aggredita e violentata in pieno giorno. La nostra inchiesta tra le giovani donne che vivono e frequentano il centro città

Migration

PISA

"Era notte, stavo tornando a casa a piedi e un ragazzo incappucciato in sella ad una bici mi ha seguito per l’intero tragitto. Sono riuscita a seminarlo e dopo una corsa a perdifiato ho varcato la soglia di casa. Mi sono voltata per assicurarmi che la porta si fosse chiusa alle mie spalle e l’ho visto, era là in attesa. Quell’episodio mi ha cambiata", racconta la studentessa cascinese Francesca Bani.

Ad aggiungersi al coro sono molte altre voci di ragazze e studentesse pisane, a pochi giorni dalla vicenda choc della turista tedesca vittima di un presunto stupro avvenuto mercoledì nel tardo pomeriggio in una strada del centro storico. Storie che sono la spia di una minaccia reale, dimostrata anche dai dati. Rispetto ai 133 accessi al Pronto Soccorso pisano per Codice Rosa del 2020, nel 2021 sono stati 172 per maltrattamenti, di cui due abusi, di questi 44 sono stranieri. "Se sono sola per strada, soprattutto di notte, faccio finta di essere impegnata in una chiamata, allungo il passo, mentre con l’altra mano stringo la chiave di casa pronta per essere inserita nella serratura", racconta Mirtilla Odetti.Ogni luce dello schermo di uno smartphone è una donna sola in strada che sta cercando di tornare a casa evitando qualsiasi pericolo. C’è chi si ripete sottovoce come un mantra: "Sono al sicuro, non mi succederà niente". La percezione è "di una città meno sicura", sottolinea Nicole Sgrosso. Anche chi è in vacanza a Pisa percepisce una certa tensione nell’aria. "Sono venuta a trovare i miei amici e in pochi giorni sono stata vittima di vari episodi di catcalling", racconta Sandra Sontagová. Commenti indesiderati, gesti, fischi, inseguimenti, avances sessuali, palpeggiamenti in aree pubbliche o aperte al pubblico sono i casi più frequenti.

"La risposta è scappare via, cambiare strada avvicinandosi a centri illuminati e frequentati, dipendere da un parente o amico per rincasare in compagnia", risponde Giulia Cinque. C’è chi si porta in borsa un cambio d’abito dopo una serata passata fuori con le amiche. "Dipende da come mi vesto e mi sento i riflettori puntati addosso", dice Bani. E allora la libertà di vestirsi e mostrarsi come si vuole è una falsa libertà, soggetta alla paura di attirare sguardi indesiderati.

"Siamo nel 2022 dobbiamo dire basta. Siamo donne, siamo indipendenti", afferma Giulia Cinque. La libertà si conquista con la sensibilizzazione "non delle donne con frasi del tipo ‘vestitevi come volete e uscite tranquille’, ma degli uomini", commenta Odetti. Tra le numerose voci raccolte in centro a Pisa, l’unica ragazza che si sente sicura a passeggiare da sola è Ivi Zhilla, iscritta ad un corso di Brazilian Jiu jitsu, dove si insegna l’autodifesa. "Una grande risorsa da sfruttare in caso di un’aggressione".

Ilaria Vallerini