Pisa, matrimonio in carcere: detenuti si conoscono dietro le sbarre e si sposano

L’unione è stata celebrata dall’assessore Poli: "Ho portato anche un bouquet alla sposa. Mi sono emozionata molto"

Un carcere (Foto di repertorio)

Un carcere (Foto di repertorio)

Pisa, 27 gennaio 2023 - "Nelle bufere più tormentose, io ho scelto te". E’ uno dei versi della bellissima poesia di Charles Lawrence. Forse il più calzante per questa coppia che ieri ha deciso di unirsi in matrimonio, forse nel momento più complicato della propria esistenza: all’interno della casa circondariale Don Bosco, dove lei e lui, entrambi toscani, stanno scontando una pena. A leggerla l’assessore al welfare, Veronica Poli, che ha officiato le nozze e l’ha trascritta su una pergamena donata agli sposi al termine della cerimonia. E’ dentro il carcere del resto che questi due quarantenni, lei apuana e lui della provincia di Pisa, si sono conosciuti ed è qui che vogliono spiccare il volo insieme, come famiglia, per la seconda opportunità. Il Don Bosco come una sliding door verso la felicità. Come metafora di una vita complicata, ma tutt’altro che finita. E così ieri per loro due è iniziata una nuova vita. In coppia, ma a distanza. Almeno finché resteranno in cella.

"Poi ho promesso di andare a trovarli quando saranno fuori - ha raccontato Poli - e non importa se sarò assessore oppure no. Lo farò comunque". Del resto per lei è molto più di un impegno. E’ la cifra di un’azione politica e personale. Tra gli ultimi e con gli ultimi. Ecco perché è toccato a lei celebrare queste nozze. "Ogni assessore assicura la propria disponibilità a celebrare matrimoni - spiega Poli - e io al momento di dare la mia ho indicato anche le categorie di persone delle quali mi occupo da quando sono in giunta, ma di cui mi sono sempre occupata per tutta la vita: i fragili e i meno abbienti. Così quando è arrivata la richiesta da parte dell’ufficio matrimoni ho preso informazioni e ho accettato di celebrare l’unione di questa coppia. In dono oltre alla poesia ho portato anche un bouquet di fiori bianchi per la sposa". Al matrimonio hanno assistito il direttore della casa circondariale, Francesco Ruello, alcuni agenti della polizia penitenziaria. La sposa è scoppiata in lacrime dopo il fatidico sì, emozionatissima.

"Ma mi sono emozionato molto anche io - ha ammesso Poli - e non poteva essere diversamente perché la storia di questo amore è davvero molto bella". Lei e lui si sono conosciuti dietro le sbarre, più o meno sei mesi fa, durante le poche ore di socialità comune. Un gioco di sguardi, poche parole scambiate con timidezza, le lettere da cella a cella. E infine l’amore cresciuto e alimentato con la speranza di una seconda vita insieme. Più che un riscatto, per provare a essere felici. Finalmente e davvero. Guardando avanti e non voltandosi soltanto indietro.