di Paola Zerboni PISA "Ciao, piacere. Mi chiamo Maurizio, sono un agente immobiliare, ho un bimbo che va a scuola, frequento il Gioco del Ponte e conosco un po’ di persone che mi parlano bene di te. Siccome il tuo nome è venuto fuori un po’ a sorpresa, ti faccio subito una domanda scomoda: la tua candidatura nasce da una volontà reale di cambiamento o eri l’unico che ha accettato di mettersi in gioco anche per perdere?". Una vita fa, Maurizio faceva il cronista di provincia. E guarda caso è sua la ‘domanda delle domande’, a rompere il ghiaccio con Paolo Martinelli, sotto il tendone esterno (a Cisanello la movida non c’è, farebbe veramente strano chiamarlo ‘dehor’) del Bar Pasticceria Lilli-In di via Bargagna. Da qui, ieri, il candidato sindaco del centrosinistra ha inaugurato il tour "Un caffè con Paolo Martinelli", ciclo di appuntamenti settimanali mattutini "di ascolto e discussione" con i pisani, in vari bar della città. "Davanti a un caffè, per farci una chiacchierata su quello che vorrete voi". Tipo, la ‘domanda delle domande’, appunto, ’Ma chi te lo fa fare?’. "Il mio nome maturava da qualche mese – risponde Martinelli a Maurizio – , ci ho pensato in maniera attenta, è una scelta che comporta cambiamenti importanti, anche familiari. Ma è una scelta coerente con il mio vissuto, la società civile, il mondo sociale organizzato che vuol tornare a dire la sua. Mi appartiene il metodo dei tavoli tematici aperti, senza preclusioni, senza condizionamento dei partiti. Mi appartiene il lavoro sui contenuti per definire il programma. L’importante è essere trasparenti e chiari sulle posizioni". "Mi hanno criticato perché finora son stato troppo zitto – aggiunge –, per esempio sulla base militare. Ma questa per me è la fase di ascolto. Se si parla di Coltano, io vado a Coltano e ascolto le persone e apprendo i problemi che ci sono. Che non riguardano tanto la base militare, ma soprattutto come il borgo di Coltano è stato trattato e abbandonato finora. Il mio metodo è inverso alla rincorsa mediatica delle polemiche. Una politica seria, i temi li affronta e mette in moto la partecipazione".  Lungi dallo ‘spoilerare’ i punti chiave di quel programma con cui si opporrà alla lista civica del sindaco Conti, la parola "partecipazione" è il mantra del Martinelli-pensiero. L’ex presidente Acli ha già anticipato di voler nominare - se eletto - un assessore ad hoc, itinerante nei quartieri, affiancato da uno staff di facilitatori sociali, "per ascoltare e riconnettere le realtà vive che ci sono e vogliono esprimersi", in modo organizzato, che parta dal basso e non sia ‘teleguidato’ dall’alto di Palazzo Gambacorti. Recuperando "il piano di gestione dei beni comuni" e sfruttando le sedi delle ex circoscrizioni, i circoli e altri luoghi fisici sparsi per la città. Le chiama "case di quartiere" e le immagina come luoghi di aggregazione, di sport popolare. Luoghi d’incontro di una città "policentrica", che fungano anche da laboratori di politiche giovanili per fornire ai ragazzi un’alternativa alla "birra sulle spallette" del sabato sera. "Pisa non è solo ‘al centro’, in Borgo Stretto", gli dice Luca, residente in via Paolo VI. "Dove abito io, da vent’anni non sappiamo se la via privata è o del Comune – spiega – e ci teniamo le buche, il degrado, i marciapiedi rotti". C’è Anna che si fa avanti lanciando la proposta di creare una rete di "volontariato culturale". E Marzia, anima del circolino di Pisanova, chiede a Martinelli qualche panchina. "Dalla Stazione a Borgo Stretto non ce n’è più neanche mezza". "Non è un caso se le hanno tolte – ribatte Martinelli – è l’idea di città di chi ha eliminato tutti gli spazi di incontro".  Ma per sapere del programma manca ancora tanto? "Alla fine di questa settimana chiuderemo i tavoli tematici – risponde – poi ci sarà la fase di mediazione, tra le varie e tante istanze e proposte che stanno emergendo. Entro metà mese lo pubblicheremo. I 5Stelle? Partecipano ai tavoli come uditori, i punti di contatto ci sono, ma è a livello nazionale che sono bloccati. Però noi non chiuderemo la porta a nessuno, neanche dopo la chiusura dei tavoli, a programma definito". L’ultimo caffè è per la signora Teresa, fiume in piena a snocciolar richieste. Con sferzatina finale: "Paolo, te lo devo dire: urla un po’ di più. Noi siamo con te, ma ogni tanto bisogna che tu alzi la voce".

Cronaca

di Paola Zerboni
PISA
"Ciao, piacere. Mi chiamo Maurizio, sono un agente immobiliare, ho un bimbo che va a scuola, frequento il Gioco del Ponte e conosco un po’ di persone che mi parlano bene di te. Siccome il tuo nome è venuto fuori un po’ a sorpresa, ti faccio subito una domanda scomoda: la tua candidatura nasce da una volontà reale di cambiamento o eri l’unico che ha accettato di mettersi in gioco anche per perdere?". Una vita fa, Maurizio faceva il cronista di provincia. E guarda caso è sua la ‘domanda delle domande’, a rompere il ghiaccio con Paolo Martinelli, sotto il tendone esterno (a Cisanello la movida non c’è, farebbe veramente strano chiamarlo ‘dehor’) del Bar Pasticceria Lilli-In di via Bargagna. Da qui, ieri, il candidato sindaco del centrosinistra ha inaugurato il tour "Un caffè con Paolo Martinelli", ciclo di appuntamenti settimanali mattutini "di ascolto e discussione" con i pisani, in vari bar della città. "Davanti a un caffè, per farci una chiacchierata su quello che vorrete voi". Tipo, la ‘domanda delle domande’, appunto, ’Ma chi te lo fa fare?’.
"Il mio nome maturava da qualche mese – risponde Martinelli a Maurizio – , ci ho pensato in maniera attenta, è una scelta che comporta cambiamenti importanti, anche familiari. Ma è una scelta coerente con il mio vissuto, la società civile, il mondo sociale organizzato che vuol tornare a dire la sua. Mi appartiene il metodo dei tavoli tematici aperti, senza preclusioni, senza condizionamento dei partiti. Mi appartiene il lavoro sui contenuti per definire il programma. L’importante è essere trasparenti e chiari sulle posizioni". "Mi hanno criticato perché finora son stato troppo zitto – aggiunge –, per esempio sulla base militare. Ma questa per me è la fase di ascolto. Se si parla di Coltano, io vado a Coltano e ascolto le persone e apprendo i problemi che ci sono. Che non riguardano tanto la base militare, ma soprattutto come il borgo di Coltano è stato trattato e abbandonato finora. Il mio metodo è inverso alla rincorsa mediatica delle polemiche. Una politica seria, i temi li affronta e mette in moto la partecipazione". 
Lungi dallo ‘spoilerare’ i punti chiave di quel programma con cui si opporrà alla lista civica del sindaco Conti, la parola "partecipazione" è il mantra del Martinelli-pensiero. L’ex presidente Acli ha già anticipato di voler nominare - se eletto - un assessore ad hoc, itinerante nei quartieri, affiancato da uno staff di facilitatori sociali, "per ascoltare e riconnettere le realtà vive che ci sono e vogliono esprimersi", in modo organizzato, che parta dal basso e non sia ‘teleguidato’ dall’alto di Palazzo Gambacorti. Recuperando "il piano di gestione dei beni comuni" e sfruttando le sedi delle ex circoscrizioni, i circoli e altri luoghi fisici sparsi per la città. Le chiama "case di quartiere" e le immagina come luoghi di aggregazione, di sport popolare. Luoghi d’incontro di una città "policentrica", che fungano anche da laboratori di politiche giovanili per fornire ai ragazzi un’alternativa alla "birra sulle spallette" del sabato sera. "Pisa non è solo ‘al centro’, in Borgo Stretto", gli dice Luca, residente in via Paolo VI. "Dove abito io, da vent’anni non sappiamo se la via privata è o del Comune – spiega – e ci teniamo le buche, il degrado, i marciapiedi rotti". C’è Anna che si fa avanti lanciando la proposta di creare una rete di "volontariato culturale". E Marzia, anima del circolino di Pisanova, chiede a Martinelli qualche panchina. "Dalla Stazione a Borgo Stretto non ce n’è più neanche mezza". "Non è un caso se le hanno tolte – ribatte Martinelli – è l’idea di città di chi ha eliminato tutti gli spazi di incontro". 
Ma per sapere del programma manca ancora tanto? "Alla fine di questa settimana chiuderemo i tavoli tematici – risponde – poi ci sarà la fase di mediazione, tra le varie e tante istanze e proposte che stanno emergendo. Entro metà mese lo pubblicheremo. I 5Stelle? Partecipano ai tavoli come uditori, i punti di contatto ci sono, ma è a livello nazionale che sono bloccati. Però noi non chiuderemo la porta a nessuno, neanche dopo la chiusura dei tavoli, a programma definito". L’ultimo caffè è per la signora Teresa, fiume in piena a snocciolar richieste. Con sferzatina finale: "Paolo, te lo devo dire: urla un po’ di più. Noi siamo con te, ma ogni tanto bisogna che tu alzi la voce".

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