
Marco Malvadi racconta "I miei arzilli vecchietti al bar ora parlano di Facebook e intelligenza artificiale"
di Saverio Bargagna
Marco Malvaldi, nella cittadina di Pineta ci sono ancora anziani che giocano a carte al tavolino del bar oppure è affar sempre più raro?
"In effetti, lo ammetto, sono sempre meno. Siamo di fronte ad un isolamento generalizzato che contagia tutte le generazioni. Stiamo in casa. Isolati. Oggi, se in tv c’è una partita di calcio, è molto più comodo sedersi sul proprio divano piuttosto che scendere di sotto, al bar. E se qualcuno si annoia... invece di giocare a carte con gli amici si può sempre accedere una serie tv. E poi non dimentichiamo Facebook...".
Non mi dica che Ampelio, Aldo, il Rimediotti e il Del Tacca hanno Facebook...
"Certo. E quante ore ci passano ogni giorno! Facebook, dopotutto, è ormai il social di chi non è più giovanissimo perché vi si possono scrivere contenuti e non solo foto. Dubito che Ampelio abbia mai visto Tik Tok, se se lo sta chiedendo".
E che cosa guardano su Facebook?
"Quello che guardiamo tutti noi. Ma interpretano il mondo in base ai loro valori. E forse, almeno su certi temi, sono anche più lucidi".
Ci spieghi.
"Prendiamo la guerra in Ucraina e l’intero dibattito, anche social, che ne consegue. Sono certo che la generazione di mio nonno non avrebbe dubbi e preferirebbe combattere piuttosto che vivere sotto una dittatura. Mio nonno non ci metterebbe un attimo a scegliere da quale parte stare. Poi troverebbe curioso il fatto che quei partiti che esaltano la lotta partigiana sulle montagne con i fucili sono gli stessi che oggi dicono che bisogna fare la pace a tutti i costi".
E al bar di Pineta che si dice dell’inquinamento globale? Se ne parla?
"Ecco, qui sono guai. I vecchietti del tavolo non ci capiscono un bel niente ed è un bel problema. E’ un argomento che non riescono proprio a inquadrare. Dicono che nel mondo siamo otto miliardi e che quindi poi tanto tanto male non si deve stare. E che bisogna continuare come abbiamo sempre fatto... ad inquinare pur di creare posti di lavoro e produrre".
Massimo potrebbe provare a spiegare...
"Inutilmente, mi creda. Però..."
Che cosa?
"Su questo punto sbaglierebbero di brutto. Nei giorni scorsi ho fatto un viaggio nel Sud-Est asiatico. E ho toccato con mano i disastri dell’inquinamento. Lei pensi che se oggi smettessimo di produrre Co2 comunque sarebbe troppo tardi per fermare l’aumento delle temperature. L’acqua salata, comunque vada, invaderà il fiume e sparirà la risaia più grande del mondo. Un disastro ecologico, economico ma anche sociale. Dove andranno a vivere queste persone?".
Questa estate abbiamo scritto di ripetute aggressioni folli e gratuite. Che ne dicono al bar di questi episodi di cronaca nera?
"I ‘nonnacci’ si arrabbiano tantissimo. Ma come: ‘Adesso ci picchiamo per simili scemenze? Ai nostri tempi ci si picchiava per cose serie. Per una donna, per esempio’. Ma azzarderebbero anche una riflessione".
Quale?
"Mio nonno la chiamava ‘90 minuti di odio’".
Scusi?
"Mio nonno era una persona pacatissima e serena, ma quando c’era la partita impazziva e iniziava ad offendere gratuitamente e senza alcun senso gli avversari del pallone senza dare tregua ai polmoni. Appena terminata la partita tornava quieto. Diceva che quei 90 minuti di odio alla settimana lo rendevano più buono. L’odio e la violenza sono istinti ancestrali e vanno sfogati. Sfogarsi senza fare del male a nessuno può essere una soluzione. Alla fine questo politically correct va sempre più ad assottigliare la valvola dello sfogo".
Ci dica. Al bar hanno aumentato i prezzi?
"Le imprecazioni sul caro prezzi sono all’ordine del giorno. Al tavolo raccontano sempre di come Adriano Olivetti guadagnasse dieci volte di più dei suoi operai. Oggi la forbice è del 600%. Sa che cosa significa? Mio nonno è riuscito a mandare mio padre all’università nonostante le condizioni economiche difficili. E questo permetteva un vero ricambio generazionale e di intelligenze. Perché vede, il cervello non è distribuito in base al censo. Invece...".
Invece.
"Oggi non è così. Le classi più agiate frequentano scuole migliori e hanno possibilità ben superiori alle classi più povere. Il divario è aumentato. Ed è peggio per tutti. Come fai a pagare un appartamento a Milano 3mila euro al mese? Chi se lo può permettere? Chi può permettersi di studiare a Milano? Solo i ricchi. Noi ci scandalizziamo per un toast diviso a metà, ma i divari sono ben altri.
Prima o poi ci penserà l’intelligenza artificiale.
"I nonni del bar si fanno grasse risate ogni volta che l’intelligenza artificiale ci mette mano ed escono castronerie enormi da quella bocca. Trovo comunque ridicola tutta questa campagna contro...".
Perché?
"L’intelligenza artificiale fa parte delle nostre vite da 10 anni. E chi protesta contro questa tecnologia comprando la vernice su Amazon mi fa ridere. Piuttosto...".
Dica.
"Lo sa che proprio questi sistemi di intelligenza artificiale sono alla base degli aumenti dei prezzi?".
Insomma, al bar bocciano l’intelligenza artificiale.
"Con tanti dementi naturali a giro...".