«Malaspina», il noir realizzato dai detenuti

Il romanzo (Mds) nato dal corso di scrittura al Don Bosco di Pisa

Alcuni detenuti con l’area educativa del carcere, i curatori Michele Bulzomì (che è anche l’illustratore del libro) e Antonia Casini e la casa editrice Mds

Alcuni detenuti con l’area educativa del carcere, i curatori Michele Bulzomì (che è anche l’illustratore del libro) e Antonia Casini e la casa editrice Mds

Pisa, 8 novembre 2018 - Il romanzo collettivo «Malaspina», realizzato dai detenuti, sarà presentato venerdì 9 novembre alle 15 nella sala Fermi al Pisa Book festival, Palacongressi, via Matteotti 1 a Pisa. Interverranno, oltre ai curatori Michele Bulzomì (che ne è anche l’illustratore) e Antonia Casini e i direttori del carcere Francesco Ruello e Fabio Prestopino, alcuni detenuti scrittori e l’assessore alla Politiche Sociali di Palazzo Gambacorti Gianna Gambaccini.

«Malaspina» parla di carcere. Di vita in gabbia; di amori dietro le sbarre. Quello verso la famiglia che si lascia fuori; quello nei confronti del partner; ma soprattutto di amore per se stessi dopo aver fatto un errore (a volte più di uno) riconosciuto e punito dalla società. Da dove ripartire? Se lo chiedono i protagonisti che raccontano spesso in prima persona e che a volte sono parte della trama. Un romanzo scritto a dieci mani: otto detenuti, guidati da due insegnanti, si sono cimentati in un giallo tutto pisano con un forte sentimento di identità. Anche se, quando si è reclusi, si è sospesi. Difficile sentirsi parte di una città. “Malaspina”, titolo dai molti risvolti (ma la spina? o maledetta spina ma anche un richiamo a uno dei più famosi cognomi di famiglie italiane storiche e intricate) è il terzo libro realizzato durante il corso di scrittura tenuto da quattro anni all’interno della casa circondariale Don Bosco da Mds, che ha pubblicato il volume, e da Michele Bulzomì e Antonia Casini.

“In tutto questo tempo, abbiamo ascoltato tante storie, ci siamo commossi e arrabbiati. Alcuni dei nostri studenti hanno trovato la morte, qualcuno (per fortuna pochi, è tornato a delinquere) e c’è stato anche chi ha abbandonato tutto, anche le conquiste fatte, approfittando della libertà appena conquistata. Ma molti lottano per riacquistare un posto nel mondo. E anche se uno solo ci riesce per noi è un piccolo miracolo”, commentano i due giornalisti. “Il più delle volte ci ritroviamo, dopo il lavoro, a dover scaldare una pentola per poterci togliere da dosso quella puzza di fatica e di stanchezza che ogni sera ci portiamo dietro. Un tegame pieno d’acqua, intiepidito su un fornello comprato nel magazzino a nostra disposizione: le docce non funzionano e spesso sono talmente gelate da toglierci il fiato”, uno dei passaggi del brano di Andrea. Due le introduzioni: dell’ex direttore del carcere pisano Fabio Prestopino (ora a Sollicciano) e dell’attuale, Francesco Ruello.

La trama: tutto ha inizio da un articolo di giornale in cui si parla di una sparizione nella chiesa della Spina, sul lungarno. Un mistero che coinvolge e unisce chi è dentro (a volte non per molto) a chi è fuori (non per sempre).

Malaspina (che ha i patrocini di Comune, Camera penale e consiglio dell’ordine degli avvocati di Pisa) sarà presentato venerdì 9 novembre alle 15 nella sala Fermi al Pisa Book festival, Palacongressi, via Matteotti 1 a Pisa. Interverranno, oltre ai curatori Bulzomì e Casini, alcuni detenuti scrittori e l’assessore alla Politiche Sociali di Palazzo Gambacorti Gianna Gambaccini. I diritti d’autore saranno devoluti a progetti di reinserimento dei detenuti nella società.