Maculopatia, un microimpianto nell'occhio doserà il farmaco

Rende più efficace il trattamento e si dissolve in modo naturale

Una visita oculistica (foto di repertorio)

Una visita oculistica (foto di repertorio)

Pisa, 8 maggio 2018 - Un minuscolo impianto da inserire nell'occhio sotto la congiuntiva per il rilascio prolungato del farmaco, che si «dissolve» naturalmente una volta esaurito il suo compito, rende più efficace le terapie del trattamento delle degenerazioni retiniche come la maculopatia. Lo rivela uno studio sperimentale di un team di ricercatori del dipartimento di Farmacia dell'Università di Pisa condotto in collaborazione con Andrea Vento, direttore dell'Unità di oculistica dell'Ospedale Versilia di Viareggio

Finora, spiega l'università in una nota, «per la cura delle degenerazioni retiniche viene principalmente utilizzato un farmaco che blocca la genesi vascolare della malattia con iniezioni intraoculari all'interno del corpo vitreo ripetute più o meno mensilmente». «Queste ripetizioni - spiega la ricercatrice pisana Susi Burgalassi - aumentano il rischio e la gravità degli effetti collaterali che possono essere anche molto seri. Del resto, la macromolecola del farmaco per le iniezioni non supera le barriere oculari in quantità terapeuticamente sufficienti se somministrato per via topica, cioè attraverso un semplice collirio».

Il microimpianto sperimentato a Viareggio, invece, è in sostanza una «matrice» ottenuta mediante liofilizzazione e realizzata con un polimero che deriva dalla cellulosa. «La possibilità di dosare il farmaco in questo modo - aggiunge Burgalassi - porterebbe a una diminuzione della frequenza di somministrazioni, con conseguente diminuzione dell'incidenza di effetti collaterali». La sperimentazione condotta su animali ha rivelato che il dispositivo può essere ben tollerato ed è in grado di rilasciare il farmaco per circa 3 mesi. «Il sistema - conclude la ricercatrice - è sicuramente migliorabile in termini di facilità di applicazione e durata del rilascio, ma già ora le nostre matrici sono pensate per essere prodotte a livello industriale e possono essere facilmente rese sterili con processi conosciuti e sicuri».