"L’università che vorrei" La sfida dei tre candidati

Zucchi, Marroni e Iannaccone in corsa per il Rettore dell’Ateneo pisano. Didattica, personale e responsabilità: ecco le piattaforme programmatiche

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In quindici minuti a testa, i tre candidati a rettore hanno illustrato i loro programmi nell’aula magna del Polo Carmignani sotto la guida del decano Giuseppe Buzzatto. Per Riccardo Zucchi: "Pisa senza la sua università è solo una provincia". Per Michele Marroni: "L’università pubblica è un ascensore sociale" ed infine per Giuseppe Iannaccone: "L’ascolto, la partecipazione e la trasparenza dei processi sono la cifra del mio metodo di governo". Zucchi, già presidente della scuola interdipartimentale di Medicina, 65 anni, nato a Castelnuovo Garfagnana, quattro figli, spiega: "Il rettore non è un capo partito. Non ho fatto parte delle precedenti amministrazioni e non sono iscritto a partiti. Non ho referenti che non siano gli elettori che vorranno darmi la loro fiducia, tanto più che al termine del mandato del prossimo rettore dovrà in ogni caso concludersi la mia vita accademica. Il rettore è un catalizzatore, deve valorizzare le risorse al meglio. In passato, gli studenti hanno avuto scarso peso mentre invece vanno coinvolti nelle scelte anche fuori dalle rappresentanze studentesche. Parlo di loro perché sono loro i nostri principali portatori di interessi. Senza Unipi e senza i suoi studenti, Pisa si provincializza e ce ne siamo accorti durante il primo lockdown. Bisogna, in questo frangente, resistere alla tentazione di aumentare le tasse e aumentare del 25% i lavoratori". Il programma di Zucchi è su www.riccardozucchi.it.

Marroni, l’unico pisano in lizza, è geologo, sposato, ha una figlia ed un cane di nome Spritz: "La legge Gelmini ha una grave pecca: concentra troppo potere sul rettore e sul cda. Basta con decisioni calate dall’alto sui dipartimenti che devono riottenere un ruolo di assoluta importanza. L’università che ho in mente è in primis pubblica e deve essere un ascensore sociale. La didattica a Pisa è buona ma non è ancora attrattiva perché mancano aule, e laboratori e biblioteche. Sul fronte del personale ci vogliono progressioni verticali per dare stipendi degni così come vanno indetti concorsi per posizioni apicali. La mia visione di università è quella di un ateneo sostenibile, inclusivo, sviluppatore di cultura che guardi anche al bilanciamento della vita privata con quella lavorativa". Iannaccone ha 54 anni, vive a Pisa con moglie e tre figli. E’ professore di elettronica ed è la seconda volta che si candida a rettore. Il suo programma è frutto di un processo di ascolto e partecipazione durato più di 18 mesi, con più di 470 conversazioni. "Sono convinto che il modello necessario per l’ateneo sia la grande università di ricerca con forte radicamento territoriale. Il fatto che Pisa sia una città media circondata da altre città medie è un elemento di debolezza. Se Pisa era un polo d’attrazione naturale quando ospitava una delle sei università primarie nazionali, ora, niente è scontato. Ci sono due condizioni indispensabili per essere una grande università: non indulgere al provincialismo, ed ambire a essere un faro, cioè segnalare a tutto il Paese che qui si svolge ricerca al livello dei migliori atenei del mondo, che gli studenti qua troveranno un ambiente rigoroso dal punto di vista formativo ma accogliente che chi lavorerà da noi troverà un ambiente di lavoro allineato con le migliori pratiche. Senza queste ambizioni, si scivolerà verso le università di provincia in città di provincia". Il suo programma è su www.iannaccone.org.

Carlo Venturini