Luminara‘buia’, il Comune batte cassa. Maxi-penale da 40mila euro alla ditta

Accensione incompleta e ritardi. Ma c’è il rischio contenzioso

Fuochi artificiali a Pisa

Fuochi artificiali a Pisa

Pisa, 21 settembre 2018 - 40mila euro. E’ questa la penale che il Comune di Pisa in richiesto di applicare nei confronti della ditta che, il 16 giugno scorso, si è occupata di accendere i lumini di San Ranieri e che, per la prima volta nella storia della Luminara, ha lasciato gran parte dei lungarni al buio. Un appalto – affidato con regolare gara da Palazzo Gambacorti – che si aggira ogni anno intorno a 170mila euro. Un’edizione che ha deluso le tantissime persone, come sempre, presenti con ‘buchi neri’ e ritardi che non sono certo passati inosservati. Matassa difficile da sbrogliare, con l’ombra del contenzioso ad impensierire Palazzo Gambacorti.

«Tra la fine di luglio e l’inizio di agosto il Comune di Pisa ha inoltrato una formale contestazione – conferma il dirigente comunale Giuseppe Bacciardi – alla quale la ditta ha fornito la propria risposta. Il Comune ha comunque valutato di procedere al calcolo delle penali come da bando di gara. In questo momento stiamo selezionando le numerosissime foto dei palazzi al buio scattate nella notte della Luminara, come richiesto dalla stessa ditta. Diciamo che le ‘prove’ non mancano, è un dato di fatto che qualcosa non abbia funzionato. Quali siano state le motivazioni è ininfluente. Se si aprirà un contenzioso, lo affronteremo». La ditta in questione è un’associazione temporanea di imprese (capofila a Caserta) – al debutto per la Luminara (in passato delle operazioni erano incaricate due ditte locali) – che ha lavorato perfettamente per il montaggio e smontaggio delle biancherie ma non altrettanto per l’accensione. Tra i problemi: la mancanza – sembra – di personale autorizzato a movimentare le autoscale. Risultato: l’accensione si è protratta oltre le 20.30 e non è stata completata. Questo ha comportato anche qualche problema con la società di lavoro interinale che ha selezionato i 160 giovani (tra disoccupati e studenti) impiegati concretamente nell’accensione. Considerato, infatti, la necessità di uno slittamento di un’ora per cercare di illuminare le facciate mancanti quando ormai i lungarni erano pieno di gente (obiettivo non raggiunto), l’amministrazione era stata costretta a chiedere all’ultimo tuffo alla società e ai giovani una disponibilità di tempo aggiuntiva. «Non tutti però hanno scelto di rimanere. Di qui il ricalcolo e la riduzione dell’impegno di spesa pattuito per il prolungamento del servizio oltre le 20.30». Una decurtazione di 2.600 euro su un totale di 18mila.