Logli ricorre alla Corte dei diritti dell’uomo

Il marito di Roberta condannato per omicidio ripete dal carcere: "Sono innocente". E nomina la criminologa Vagli. "Riaprire il caso"

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di Antonia Casini

PISA

Il ricorso è stato depositato. Lo aveva annunciato pochi attimi dopo la condanna definitiva, il padre Valdemaro, 84 anni, rimasto nella casa di Gello, di essere pronto a rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo. E così è stato a quasi un anno di distanza dalla pronincia della Cassazione che ha confermato per Antonio Logli 20 anni di carcere (ora si trova a Massa) per aver ucciso la moglie Roberta Ragusa e averne distrutto il corpo. La sua famiglia, "d’accordo con il nuovo legale, l’avvocato Enrico Di Martino", ha anche nominato la criminologa Anna Vagli. Obiettivo, riaprire il caso.

Ma quali saranno, dottoressa Vagli, i punti su cui si baserà il ricorso?

"Ripeto le parole dell’avvocato Di Martino ai microfoni di Mediaset: la discrasia e una differenza fra il peso che è stato dato alle testimonianze a sfavore di Logli e quello invece dato alle testimonianze a suo favore".

Insomma, ancora il test chiave Gozi e la sua ricostruzione della notte della sparizione dell’imprenditrice e delle ore successive.

"La testimonianza di Loris Gozi fa acqua da tutte le parti".

I tempi?

"Non abbiamo certezze sulla tempistica delle risposte da Strasburgo".

Quale sarà il suo compito?

"Con l’avvocato Di Martino batteremo tutte le strade difensive cercando nuovi spunti investigativi, nuovi elementi e nuove prove".

Perché, secondo voi, quelle su cui si sono basati i processi precedenti non erano sufficienti per una condanna?

"E’ stata una condanna indiziaria. E’ stato dato valore agli indizi. Il nostro fine comune è un giudizio di revisione puntando a far valere le nostre ragioni".

La sua nomina è stata voluta dalla famiglia dell’ex impiegato comunale?

"Sì, ho già incontrato i suoi cari. Ho un ottimo rapporto con Sara Calzolaio (l’amante e attuale compagna di Antonio, ndr). Li ringrazio per la fiducia che hanno riposto in me".

E lui?

"Non ancora, ma nei prossimi giorni andrò a trovarlo in carcere".

I figli Daniele e Alessia come stanno vivendo questo momento di attesa?

"Sono uniti e sanno che il padre è innocente. Non si spostano di un centimetro e non solo per il rapporto di sangue che hanno con lui ma anche perché hanno letto le carte processuali. In particolare Daniele: lui ha sempre affermato che a 15 anni si è ritrovato a dover ragionare da solo e da ragazzo pensante e non ha trovato elementi che possano accusare il padre. Insomma, nessuna manipolazione dei figli. Nella lettera scritta di suo pugno, proprio dalla casa circondariale e letta alla trasmissione tv Quarto Grado, lo ha detto chiaramente: ‘Voglio smentire categoricamente il fatto che mi viene imputato, di averli (i figli, ndr) plagiati con i miei discorsi e comportamenti’".

Antonia Casini