Logli, niente revisione "Non ci sarà processo bis"

Omicidio Ragusa, i giudici hanno sciolto la riserva. La difesa del marito "Le parti civili hanno discusso in udienza, faremo ricorso in Cassazione"

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di Antonia Casini

 

Richiesta "inammissibile". Omicidio Ragusa, i giudici genovesi hanno sciolto la riserva. L’udienza si era tenuta il 5 dicembre a Genova. Presenti anche le parti civili in rappresentanza della famiglia di Roberta, quest’anno sono stati 10 anni dalla sua scomparsa, per la Giustizia italiana è stata uccisa dal marito che poi avrebbe distrutto anche il suo corpo. L’uomo è stato condannato a 20 anni. La difesa aveva "discusso un’ampia memoria fondata soprattutto su due detenuti ai quali Loris Gozi (ritenuto il super testimone di questo caso, ndr), confidò di avere mentito quando disse di avere visto Logli in auto vicino la sua abitazione", aveva commentato l’avvocato Andrea Vernazza, legale del marito di Roberta. La procuratrice generale aveva invocato l’inammissibilità visto che per l’accusa non ci sono i presupposti per riaprire il caso. Stessa conclusione delle parti civili. Il team difensivo (la genetista forense Teresa Accetta e la criminologa Anna Vagli, oltre all’avvocato Vernazza) dell’ex dipendente comunale di San Giuliano ha già presentato un’eccezione producendo una sentenza delle sezioni unite della Cassazione nel 2002 per questioni procedurali. "Faremo ricorso alla Corte suprema per ottenere l’assegnazione a una nuova sezione della Corte di appello di Genova e avere una nuova possibilità di ridiscutere l’istanza di revisione". "L’udienza che si è svolta il 5 dicembre – aggiunge Vagli – essendo in una fase rescindente avrebbe dovuto svolgersi alla sola presenza del legale, della procura generale e della Corte, come vuole la giurisprudenza. Così non è stato, anche le parti civili".

"Tutto come previsto – afferma l’avvocato Nicodemo Gentile che con la collega Daica Rometta rappresenta l’associazione Penelope e i cugini di Roberta Ragusa "era estremamente infondata, le prove nuove, le dichiarazioni del detenuto, traballanti. E’ diritto di un condannato chiedere la revisione ma anche delle persone offese resistere". L’avvocato Enrico Maria Gallinaro tutela Antonino e Anna Maria Ragusa: "Condivido pienamente le motivazioni della Corte che hanno stigmatizzato in modo esemplare l’impossibilità di ammettere la richiesta del signor Logli che è stato condannato con sentenze esaustive anche relativamente a parte delle questioni sollevate dal ricorrente. Ritengo che il cosiddetto novus (le nuove prove) non poteva in alcun modo condurre la Corte a una diversa decisione rispetto a quella presa. La revisione è un’impugnazione straordinaria che impone a chi vi ricorrela necessità di portare prove gravi e in netto contrasto con la condanna".