Lidia madre super Laureata due volte

Della Pina, 40 anni insegnante, racconta la sua storia "Studiavo nel silenzio della notte. Mai mollare i sogni"

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di Antonia Casini

Due lauree, 5 figli, tanti sacrifici, molte soddisfazioni. Lidia Della Pina, 40 anni, che vive a Massa e lavora a Viareggio, come insegnante precaria all’Iis Galilei-Artiglio e Don Lazzeri-Stagi, è due volte dottoressa (in Infermieristica con 110 e lode e a Ostetricia con 107), titoli acquisiti a Pisa. La sua è una famiglia numerosa e infatti fa parte dell’associazione dedicata.

Un grande interesse e studio in ambito sanitario.

"Fin da piccola correvo dietro a ogni carrozzina per vedere il visino di quel piccolino che si muoveva e guardava curioso il mondo, quando mi recavo in ospedale, chiedevo di passare a vedere i bambini appena nati. Poi sono arrivati i miei 5 figli e più la famiglia aumentava e più mi interessavo di allattamento, parto e più mi documentavo".

E’ diventata anche volontaria al Consultorio.

"Dopo aver svolto mille lavori, nel 2016 mi sono messa in gioco e sono entrata subito a Infermieristica (tre anni splendidi con umanità, calore e amore) ma poi ho proseguito. E’ arrivato il Covid. Il tirocinio si può fare, poi no, mascherine sì, no, green pass... continuando a essere anche mamma".

Ecco, appunto, come ha fatto?

"Ho studiato nel silenzio della notte. Ho trovato poi la forza: mi sono tirata su le maniche in una corsa irrefrenabile. Mi ripetevo la frase ‘non permettere a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Se hai un sogno lo devi proteggere’".

I ragazzi e suo marito?

"I figli hanno dai 18 agli 8 anni, tre maschi e due femmine. Sono molto orgogliosi e contenti e sono stati più emozionati di me alle cerimonie. Mio marito mi ha sostenuta".

La parte più bella?

"Il contatto con le donne e i neonati".

Le storie che l’hanno colpita?

"Diverse, seguendo il travaglio si entra in intimità con la donna e con la coppia".

Essere madre fa la differenza.

"Posso capire meglio che cosa vuol dire partorire, ci sono passata cinque volte".

Il messaggio?

"I sogni ci rendono creativi, vivi, non mollateli mai. Ringrazio i dirigenti scolastici degli istituti dove lavoro. Ma anche i miei genitori e la mia grande famiglia".