Leggi razziali, 80 anni dopo. Rossi: "Una vergogna italiana"

Cerimonia a San Rossore, dove le leggi furono firmate nel 1938

Leggi razziali in una foto di repertorio

Leggi razziali in una foto di repertorio

Pisa, 5 settembre 2018 - "Le infami leggi razziali, una vergogna italiana". Lo scrive su Facebook il governatore toscano Enrico Rossi poco prima dell'inizio dell'evento a San Rossore (Pisa) nel luogo dove 80 anni fa l'allora re Vittorio Emanuele III firmò i "Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista".

"Oggi - scrive ancora Rossi che nel suo post ricorda passo dopo passo, come si articolò la campagna antisemita del fascismo - i fantasmi della disgregazione, dei nazionalismi, del razzismo e della xenofobia affollano nuovamente i cieli dell'Europa e sono il frutto avvelenato di una lunga crisi che ha colpito la vita di milioni di persone. Contro il razzismo dobbiamo agire per evitare il peggio. Lo ribadiamo con forza oggi, 5 settembre 2018, a ottant'anni dalla promulgazione dalle infami leggi razziali del fascismo, che furono una pagina vergognosa della nostra storia".

Alle 12 nella sala Gronchi delle Cascine Vecchie della Tenuta di San Rossore è prevista una conferenza stampa in cui saranno presentate le iniziative, i convegni, i seminari e gli incontri nelle scuole - dal 20 settembre e nei prossimi mesi - , organizzate dalle Università della Toscana e finanziate dalla Regione. Parteciperanno il presidente della Toscana Enrico Rossi, la vice presidente Monica Barni, il Comune di Pisa, la presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni, i rettori o delegati della Scuola Normale superiore, del Sant'Anna, della Scuola Imt di Alti Studi di Lucca, dell'Università di Pisa, di Firenze, Siena e Stranieri di Siena, rappresentanti del Parco di Migliarino- San Rossore e Massaciuccoli.

Di seguito è prevista l'inaugurazione della mostra "1938 - La storia" del Museo della Shoah di Roma a cura dell'ente parco San Rossore: uno ricordo sull'esclusione e poi persecuzione degli ebrei attraverso, foto, documenti e giornali in gran parte inediti.

Alle 13 ci sarà alla Sterpaia della Tenuta il pranzo con i giovani ebrei e i giovani rappresentanti delle comunità di immigrati presenti in Toscana, una cinquantina di persone in tutto. Dopodiché sarà la volta del 'world cafè', ovvero di un confronto partecipato sulla diversità come valore, la formazione come garanzia di rispetto delle diversità e su progetti efficaci per coinvolgere le nuove generazioni.

IL SINDACO - "Chiedo scusa a nome della mia città a tutti gli ebrei per le infami leggi razziali che vennero firmate dal re Vittorio Emanuele III il 5 settembre del 1938 proprio a Pisa, nella tenuta di San Rossore". Lo ha detto il sindaco di Pisa, Michele Conti, oggi a San Rossore.

I SALUTI ROMANI AI FUNERALI - "I saluti romani al funerale del docente universitario di Sassari deve spingerci a riflettere e a chiederci che cosa abbiamo imparato in questi 80 anni?". Lo ha detto Noemi Di Segni, presidente dell'Ucei, l'Unione delle comunità ebraiche italiane, riferendosi alle polemiche suscitate da un video divenuto virale che mostra un gruppo di persone rendere omaggio al feretro con il saluto romano ripetuto tre volte sul sagrato della chiesa. "Ciò che è accaduto è scioccante - ha aggiunto Di Segni, parlando a Pisa - e dimostra che dobbiamo finalmente riempire il vuoto delle responsabilità e spiegare a tutti e soprattutto ai più giovani i risultati di provvedimenti infami come la persecuzione degli ebrei e il fascismo". Sull'episodio di Sassari è intervenuto anche il rettore dell'Università pisana, Paolo Mancarella: "Il mondo accademico non è rappresentato da quelle persone. L'accademia italiana tutta chiederà scusa per la sua complicità nell'applicazione delle leggi razziali ma dobbiamo tutti prendere con chiarezza le distanze da certi personaggi che non rappresentano il mondo accademico".

LA REGIONE - "La Regione Toscana è presente da tanti anni sui temi della memoria della Shoah sia dal punto legislativo e con le azioni: dal 2002 portiamo i ragazzi delle scuole sul treno della memoria, lavoriamo con gli insegnanti perché vogliamo che prima di tutto ci sia la consapevolezza da parte dei ragazzi di quello che è stato. Vogliamo che sia raccontata ai ragazzi la storia, che purtroppo non viene così conosciuta, anche perché ormai non ci sono quasi più le testimonianze dirette che invece noi abbiamo avuto dai nostri nonni". Lo ha detto la vicepresidente della Toscana, Monica Barni. "Bisogna sempre stare attenti a ogni tipo di segnale - ha aggiunto Barni - e fare tenere gli occhi aperti soprattutto ai giovani che per mancanza di conoscenza di quello che è stato potrebbero essere irretiti da messaggi razzisti. Dobbiamo far capire che le razze non esistono, esiste solo la razza umana".