Legalità giustizia e carceri

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Vito

Giangreco*

Se il voto non fossee un dovere, oltre che un diritto, inviteremmo le poliziotte e i poliziotti pisani a disertare le urne in risposta all’indifferenza palesata da una certa classe politica ai problemi che assillano l’apparato sicurezza. Numerose sono state le nostre richieste e lo abbiamo fatto rivolgendo appelli ai candidati dei diversi schieramenti politici che si apprestano a diventare onorevoli e senatori e se non qualche timido accenno da parte di qualcuno abbiamo assistito al silenzio più assoluto. Il treno della legalità: sicurezza -giustizia -carceri lanciato più di 30 anni fa, rappresenta ancora oggi il modo per affrontare le criticità di un sistema ragionando nella prospettiva di una osmosi unitaria di tutte le articolazioni che hanno titolo e competenza nella materia.

Così come un treno i cui vagoni viaggiano a velocità diversa finisce per deragliare, anche il sistema legalità se non si agisce in modo concreto e sinergico finisce per andare in default e magari favorire chi pensa di farsi giustizia da solo.

Insomma per essere più chiaro e rivolgendomi a quei politici che ambiscono a sedere negli scranni del parlamento dico: senza gli investimenti nei confronti dell’apparato sicurezza in termini normativi, retributivi, abitativi, sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, oltre che previdenziale e al potenziamento degli organici; senza la volontà per affrontare le criticità del sistema giudiziario che consenta, in un immediato futuro, non irragionevoli inasprimenti di pena, ma sanzioni certe ed immediate salvaguardando gli operatori della sicurezza e del servizio pubblico che ogni giorno subiscono aggressioni non più tollerabili assistendo in alcuni casi all’impunità mentre prestano la loro opera e senza le attenzioni ad un sistema carcerario in sovraffollamento con continui episodi che le cronache registrano e che vedono spesso gli operatori soccombenti di fronte a problematiche ataviche che da più di 40 anni non vengono affrontate, ci potremmo trovare ad assistere ad un corto circuito facendo saltare il sistema della legalità.

*Segretario provinciale

Siulp Pisa