"Le mie collezioni dedicate a Pisa"

Stalin Poli ha ceduto l’impresa di onoranze funebri e si dedica a tempo pieno alle sue raccolte d’arte

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Un grande appassionato di pisanità, ma soprattutto una persona generosa e sensibile che ­ – sarà anche per esorcizzare il mestiere di impresario di pompe funebri ereditato dal babbo ed esercitato per decenni con discrezione e professionalità – ama con passione e trasporto assoluti l’arte come declinazione, in forme diverse, della bellezza della vita. Stiamo parlando di Stalin Poli, che da qualche mese ha ceduto l’impresa di famiglia in via Santa Marta per dedicarsi a tempo pieno alle sue raccolte e collezioni.

Di artisti ne ha conosciuti davvero tanti: "Come non ricordare Salvatore Fiume (Milano 1915-1977), Salvatore Pizzarello (Sarajievo 1906-Pisa 1969), Italo Lotti (1912-2008), Piero Semeraro (Trieste 1914, Pisa 1998), Luigi Scali (Pisa 1931-2002) o Alessandro Volpi (Pisa, 1909-1978)" dice Stalin ed è un fiume in piena di ricordi ed emozioni: "Molti di loro – aggiunge – li conobbi alla galleria d’arte di Alfredo Macchi, un vero signore, in Borgo Largo", un luogo magico, dove era facile incontrare piccoli e grandi nomi di un universo che ha segnato le stagioni dell’arte e della cultura pisana e non solo. E subito Poli conferma un aneddoto poco conosciuto relativo a un maestro di caratura nazionale, Giuseppe Viviani (Agnano 1898-Pisa 1965), il "principe di Boccadarno", unanimemente riconosciuto come uno dei maggiori incisori italiani del Novecento: "Viviani morì all’ospedale di Santa Chiara, allestimmo la camera ardente, poi vennero gli scultori per il calco in gesso del viso e poi, per esaudire quella che era stata un’espressa richiesta del maestro, collocammo nella bara la sua doppietta preferita", omaggio alla sua grande passione per la caccia.

E, ancora, ricorda Umberto Vittorini ("quante volte salii fino a Barga, aveva una casa piena di opere d’arte") oppure Mario Schifano ("lo trovai spesso alla galleria di Nilvano Sbrana sul lungarno Mediceo") o ancora Carlo Pepi ("Storico, critico dell’arte e collezionista eccelso") e un maestro come Enrico Fornaini, allievo di Annigoni.

Passione, fiuto e senso degli affari hanno poi consentito a Stalin Poli di mettere insieme una raccolta eterogenea, ma con un forte nucleo dedicato a Pisa e ai suoi protagonisti. E in questo senso vanta anche alcuni "colpacci" da vero intenditore. Come quando ha riconosciuto, su un mercatino, una grande tavola lignea raffigurante la Sacra Famiglia, intagliata da Rolando Filidei (Navacchio 1914-Rosignano 1980). O come quando ha trovato gli acquerelli di Gino Bonfanti (Siena 1900 – Pisa 1958) dipinti nel 1944 tra le macerie ancora fumanti della città colpita dai bombardamenti. O la "Deposizione di Cristo" in gesso di Spartaco Carlini (Pisa 1884-1919).

Molto spesso i collezionisti bramano il possesso di un pezzo raro e introvabile e, quando finalmente riescono ad accaparrarselo, ne sono gelosissimi custodi. Ebbene, Stalin Poli è l’esatto contrario. La sua soddisfazione più grande non è tanto comprare un’opera d’arte, quanto renderne partecipi gli altri e in primis la sua Pisa. Nascono da qui, da questo desiderio di condivisione, le numerose mostre organizzate negli anni da Stalin Poli (nella foto, con la Madonna lignea di Vincenzo Fancelli), che ha visto spalancarsi per lui il Museo di San Matteo, la Certosa di Calci, la Chiesa della Spina, e quella di San Pierino, ma ancora l’aeroporto Galilei e le sale storiche dell’hotel Victoria, luoghi nei quali ha esposto, per il beneficio di tutti, le perle delle sue raccolte, che sono un omaggio a Pisa e ai suoi grandi maestri.

Guglielmo Vezzosi