Lavori sulla via Emilia E il ponte chiude: polemica

La Provincia dà il via al cantiere sulla Fossa Chiara: "50 giorni di opere". E Confcommercio si infuria: "Incontro urgente alla presenza del Prefetto".

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Si infiamma ancora la polemica tra Confcommercio, il presidente della Provincia Massimiliano Angori e Sergio Di Maio, nella sua veste di delegato a viabilità e infrastrutture. Stavolta a mandare in escandescenza l’associazione di categoria sono i lavori al ponte della Fossa Chiara sulla statale 206, in località Arnaccio, nel comune di Cascina. Lavori che partiranno lunedì 20 luglio con chiusura completa dell’infrastruttura, che sarà interdetta al traffico fino alla fine delle lavorazioni che sono previste durare circa 50 giorni. "L’intervento al Ponte sulla Fossa Chiara – ha sottolineato Angori – rientra in una più vasta operazione di lavorazioni che il nostro ente porterà a compimento sulla SRT 206, che includono altri interventi di manutenzione straordinaria, e che saranno eseguiti successivamente, con viabilità a senso unico alternato: uno sul Ponte del Faldo, al confine con Collesalvetti, e un altro sul Ponte sul fosso Solaiola. Il totale di spesa per tutte e tre le opere di manutenzione straordinaria ammonta a circa 800mila euro. Sono interventi di forte rilevanza perché riguarderanno un ripristino funzionale dell’impalcato delle infrastrutture e sono finalizzati dunque ad aumentare sempre più la sicurezza degli utenti dalla strada". Soddisfatti gli assessori cascinesi Del Seppia e Sbragia, mentre a innescare la polemica è Alessio Giovarruscio, coordinatore sindacale di Confcommercio.

"Non bastavano tre mesi di lockdown nazionale, adesso la Provincia di Pisa aggiunge al blocco un ulteriore lockdown locale, con la chiusura totale del ponte della Fossa Chiara – ha tuonato Giovarruscio –. Non ci sono parole adeguate, se non dire che è una vergogna. Ci siamo seduti a quel tavolo con la speranza che ci illustrassero l’avvio di una nuova strada, di un nuovo ponte, e invece ci siamo ritrovati al cospetto di una decisione già presa che prevede la chiusura del ponte dell’Arnaccio-Calci fino a settembre inoltrato. Ripeto, è una vergogna". Nel mirino ci sono Angori e Di Maio. "Confcommercio risponde ‘signor no’ a questo modo di fare inaccettabile riproposto da Angori e Di Maio, per il quale si convocano i rappresentanti delle imprese a qualche giorno dall’avvio di lavori già interamente decisi. Le imprese meritano rispetto, necessitano di programmazione e di informazione, e invece la provincia, all’inizio di una difficilissima e sanguinosa ripartenza post covid-19, nel breve giro di poche ore chiude un ponte fondamentale e blocca un pezzo importante del nostro territorio, senza nessun tipo di verifica sull’impatto che questa decisione può avere sul tessuto imprenditoriale locale. Un modo di agire irresponsabile e al danno del lockdown si aggiunge una ulteriore beffa per le tutte le imprese che saranno coinvolte".

Confcommercio ha dunque chiesto un incontro urgente alla presenza del prefetto per verificare se questi lavori siano effettivamente urgenti e improcrastinabili. "Quello che stupisce e ci preoccupa _ ha concluso Giovarruscio – è che per ammissione degli stessi tecnici della provincia, l’eventuale impatto sulla viabilità dovuta alla chiusura del ponte è stato calcolato su quanto accadeva negli anni precedenti ad agosto, dimenticando che quest’anno la situazione sarà molto diversa, con tante imprese impegnate nella ripartenza e una minore disponibilità di ferie".

Diversa, invece, la posizione di Confesercenti: "L’intervento è necessario per una questione di sicurezza. Giusto quindi provvedere alla sua rimozione ed alla

costruzione di uno nuovo in questo periodo estivo come per altro già concordato tra Provincia e associazioni di categoria nel febbraio scorso".

Igor Vanni