L’Ateneo pisano apre i bagni genderless "Un esempio per le altre università e scuole"

Il rettorea: "Qui non troveranno mai spazio le discriminazioni". Plaude Geremia, lo studente che ha fatto attivare la carriera alias al "Dini"

PISA

Bagni ‘genderless’, ovvero senza distinzione di genere. Sono 86 quelli attivi da ieri in tutta l’Università di Pisa, la prima in Toscana e tra le prime in Italia ad adottare questa misura e, ha detto il rettore Paolo Mancarella nel corso della cerimonia inaugurale di due di questi locali al Polo Piagge, "a compiere una scelta di civiltà per dichiarare con fermezza che nel nostro ateneo non troveranno mai spazio le discriminazioni". La scelta universitaria soddisfa anche Geremia ("sono strafelice"), lo studente ormai quasi diciottenne che nei mesi scorsi aveva chiesto invano la carriera alias alla dirigenza del liceo scientifico "Dini" riuscendo a ottenerla solo dopo il clamore mediatico sollevato dalla sua intervista a La Nazione, come ha ricordato anche ieri l’assessora regionale all’Istruzione, Alessandra Nardini. Geremia è infatti un paradigma di ciò che significa il dibattito sull’identità di genere. Nato Giulia da anni si sente un ragazzo e come tale vuole essere considerato non solo dai coetanei (che solidarizzarono immediatamente con lui) ma anche dal mondo degli adulti.

In questa battaglia (che dalla pagine de La Nazione è approdata in Tv grazie a una puntata del programma Le Iene) è stato sempre sostenuto anche dalla famiglia. Oggi commenta così la scelta dell’ateneo: "Sono contento che l’Università di Pisa abbia, attraverso questo e altri gesti, dimostrato di essere inclusiva verso tutti gli studenti". Certo, perché le carriere alias nell’università pisana sono arrivate nel 2014 e il regolamento che le ha istituite oggi è un modello di riferimento in tutta Italia, perché guarda principalmente al benessere psicofisico dello studente senza pretendere in cambio certificazioni mediche sull’eventuale percorso di transizione. Insomma, riconosce allo studente o alla studentessa ciò che luilei chiede di essere, senza aggiungere altre pressioni psicologiche. Aspetti non banali in una vicenda come quella di Geremia, che a luglio diventerà maggiorenne e il prossimo anno conseguirà il diploma: "Sono felice di poter frequentare nei prossimi anni un ateneo aperto e lontano dalle discriminazioni. Mi auguro che sia l’inizio di altri cambiamenti e che possa essere d’ispirazione verso le altre Università e scuole".

Il richiamo all’esempio. Al modello da seguire. Al coraggio di scegliere prima di altri per indicare una direzione. E’ sempre stato questo il mantra di questo adolescente che si è visto improvvisamente catapultato in una storia più grande di lui, ma che non ha mai perso lucidità e che, insieme alla famiglia, ha saputo gestire al meglio la pressione mediatica e politica per ottenere il risultato finale: "Per me stesso, certo - disse allora - ma anche per tutti gli altri ragazzi che non hanno trovato il mio stesso coraggio o non hanno avuto la mia stessa fortuna di contare su tanti compagni, amici e familiari che mi hanno sostenuto fin dall’inizio".

Gabriele Masiero