Il terremoto non chiede il permesso, arriva e basta. Nel sonno, come in Turchia e Siria, con una violenza travolgente (magnitudo 7.9), e allora cosa fare? Non farsi trovare impreparati è una priorità. Mettere a sistema delle misure di prevenzione territoriale e delle campagne di informazione rivolte all’intera cittadinanza. A porre l’accento su questi doverosi quanto essenziali interventi è l'ex direttore della sezione pisana dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (da qualche mese è Tomaso Esposti Ongaro), Carlo Meletti (nella foto). Direttore, quali sono stati i rischi per le nostre coste? "E’ stata un’attività sismica tra le più importanti nella storia europea. Tale da predisporre un’allerta maremoto che è stata diramata nella notte tra domenica e lunedì dal Dipartimento della Protezione Civile per possibili onde sulle coste italiane, specialmente Sicilia e Calabria, e poi revocata sulla base dei dati elaborati dal Centro Allerta Tsunami dell’Ingv. L’attività sismica in Turchia sta proseguendo e se si dovesse verificare un’altra scossa altrettanto forte potrebbe provocare un’altra allerta maremoto in Italia. Quindi l’attenzione in queste ore è ancora alta". Cosa fare in caso di maremoto? "Al momento in cui viene diramata l’evacuazione è necessario allontanarsi rapidamente dalla costa altrimenti cercare di raggiungere i piani più alti dell’edificio in cui si trova. Invece quando si sviluppa un terremoto è bene cercare riparo sotto un mobile, come il tavolo o il letto. Da evitare le scale o l’ascensore, che sono i luoghi più pericolosi quando l’attività sismica è in corso. Sembra banale cercare riparo sotto i mobili, ma in realtà è il luogo più sicuro perché si crea una cella d’aria in attesa dell’arrivo dei soccorsi". Qual è l’andamento dell’attività sismica del nostro territorio? "In questo momento fortunatamente non ci sono movimenti particolari, le stazioni continuano a rilevare onde del terremoto di questa notte ma è normale. In Italia la situazione rientra nella statistica". Ha parlato dell’importanza della prevenzione, a che punto siamo? "Purtroppo non siamo preparati, abbiamo un patrimonio storico di edifici antichi che probabilmente non sarebbero in grado di sopportare una scossa così forte. Palazzi più recenti dovrebbero essere in grado di resistere se sono stati costruiti secondo le norme antisismiche o se sono stati adeguati in un secondo momento. Dato che il terremoto è imprevedibile, la prevenzione è necessaria. Opere di messa in sicurezza, ma anche campagne di sensibilizzazione e di informazione nelle scuole (che Ingv già porta in classe), di sicuro possono fare molto". Ilaria Vallerini