La zootecnia ha bisogno di risposte

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Claudio

Capecchi*

La zootecnia deve fare i conti con nuove ed inaspettate avversità: l’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia e delle materie prime che fanno lievitare i costi di produzione, le difficoltà nel reperire ciò che serve per poter lavorare e, non ultimo, la caduta libera dei redditi. Tutto questo va a pesare su un settore che da anni soffre a causa di problemi mai definitivamente risolti come quello del cambio generazionale e di un reddito agricolo insufficiente per poter investire, innovare e ammodernare. Non va poi dimenticata la questione oramai atavica della fauna selvatica e dei predatori che oggi rappresentano le principali cause di abbandono del settore. Dobbiamo però guardare avanti e individuare percorsi che possono essere attuati per tutelare e rafforzare la zootecnia come il miglioramento genetico, l’ammodernamento delle aziende, quello della salute e del benessere animale, oltre agli obiettivi contenuti nella nuova Pac che prevedono la riduzione dell’uso degli antibiotici e la diffusione dell’energia sostenibile.

A livello internazionale l’Italia rischia di perdere la sfida della competitività dell’olio d’oliva e per molti la risposta è quella di cambiare modello di produzione e di passare a quello super-intensivo, come sta già accadendo in Maremma. Un sistema colturale che prevede la scomparsa del concetto di albero singolo e l’introduzione del concetto di parete produttiva; un modo di coltivare l’olivo che permette di produrre olio extravergine a costi ridotti. Una metodologia che non contestiamo ma che, a parere nostro, muove alcuni dubbi legittimi. Non basta infatti che questa abbia più capacità produttive, la super-intensiva deve essere anche in equilibrio con gli indirizzi di carattere globale che sono quelli dei percorsi produttivi assolutamente sostenibili. Le intensive hanno bisogno di tecniche agronomiche che potrebbero avere delle conseguenze preoccupanti per il territorio come, per far un esempio, la necessità di utilizzare un grande quantitativo di acqua

*Presidente Cia

Grosseto