La seconda vita dell’inceneritore "Tratterà rifiuti ingombranti a freddo"

L’assessore Filippo Bedini risponde alll’interpellanza di Auletta e svela il progetto presentato al Comune da RetiAmbiente: "Un impianto per riciclare rifiuti tessili e terre di spazzamento, senza riaccendere il forno"

di Gabriele Masiero

PISA

Un impianto di trattamento a freddo di ingombranti, rifiuti tessili e terre di spazzamento (ovvero i rifiuti recuperati lungo le strade) al posto dell’inceneritore di Ospedaletto. E’ il progetto presentato al Comune da Retiambiente, il gestore unico del ciclo integrato dei rifiuti nel perimetro dell’Ato Toscana Costa. E’ stato l’assessore all’Ambiente, Filippo Bedini, a darne notizia nell’ultima seduta del consiglio comunale rispondendo a un’interpellanza di Ciccio Auletta (Diritti in comune). "In realtà il progetto che ci era stato inizialmente presentato - spiega Bedini a La Nazione - era leggermente diverso, siamo stati noi a dare alcuni precisi indirizzi, successivamente recepiti da Retiambiente, affinché l’impianto fosse completamente a freddo con conseguenti benefici per l’ambiente".

Il progetto è ancora in fase di elaborazione e la speranza è che possa entrare in esercizio entro tre anni. Il Comune ha dato parere positivo e ora tocca alla società definire tempi e modalità di finanziamento. "Si tratta comunque - assicura Bedini - di una soluzione che attualmente manca in Toscana, inoltre permetterebbe di recuperare e riconvertire a nuova vita l’ex termovalorizzatore".

In che modo?

"L’impianto funzionerà in modo meccanico, e dunque a impatto ambientale zero, separando tutti quei materiali che possono poi essere avviati al riciclo. Si pensi alle tappezzerie di un divano, oppure a vetri e specchi di un armadio dismesso. Insomma è una risposta che va nel solco dell’economia circolare che restituisce una seconda vita a questi materiali.E non solo".

In che senso?

"Il progetto di riconversione dell’inceneritore, permetterà di riutilizzare quegli spazi e quelle volumetrie senza andare a danneggiare un’area che abbiamo voluto fortemente destinare a uso diverso, ma sarà anche uno strumento per garantire almeno parzialmente l’auto sostenibilità del progetto stesso: gran parte delle strutture del termovalorizzatore sono in ferro e acciaio, che una volta smaltiti potranno tornare a essere una cosiddetta materia prima seconda (ovvero scarti di produzione o di materie derivanti da processi di riciclo che possono essere immesse di nuovo nel sistema economico come nuove materie prime) che se venduta in parte può garantire una significativa copertura economica dell’investimento previsto per la realizzazione del nuovo impianto. E i metalli sono materie molto ricercate e ben pagate".

Quali altri sono i benefici di questa operazione?

"Inserire sul territorio un impianto importantissimo nell’economia circolare perché è decisivo che il rifiuto venga effettivamente riciclato e non solo differenziato".