"La pandemia non ferma il lavoro di Arpa"

Parla Luca Morelli, presidente della Fondazione voluta da Franco Mosca per la ricerca in ambito sanitario e la formazione dei giovani medici

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PISA

"Questi primi mesi sono andati bene: non è stato il momento più felice per assumere la presidenza di una associazione che vive di contatto con la gente, le tante limitazioni ci hanno bloccato. Abbiamo puntato molto di più sui social network e sul mondo online per farci conoscere, approfittando anche del crowdfunding per finanziare progetti". A parlare è il professor Luca Morelli, 46 anni, chirurgo generale e professore associato all’Università di Pisa. Dallo scorso luglio è il presidente di Fondazione Arpa, la onlus voluta nel 1992 dal compianto professor Franco Mosca, scomparso nel maggio scorso, del quale Morelli è considerato erede in campo medico.

Una perdita senza dubbio importante, per lei come per Arpa.

"In un certo senso è stato come non avere più un punto di riferimento, oltre che una persona cara. A livello personale ho perso un maestro e un padre: con Mosca lavoravo da vent’anni, in maniera ancora più stretta negli ultimi dieci, periodo in cui di pari passo portavamo avanti il progetto Arpa e gli aspetti riguardanti la nostra professione, cioè la chirurgia generale e il suo insegnamento ai più giovani".

Per Arpa tutto ha continuato a scorrere da maggio?

"Tanti benefattori che avevano il professore come principale referente per i loro progetti mi hanno subito cercato, formulando nuove proposte, e soprattutto manifestando il desiderio di continuare a collaborare in maniera continuativa. Il sostegno non è mancato nel passaggio di consegne".

L’ultima iniziativa lanciata?

"Abbiamo recentemente rinnovato per altri sei mesi l’impegno per portare avanti il progetto ‘RainboWi-fi’, voluto dal professor Mosca nella fase iniziale della pandemia. Un progetto tramite il quale, grazie alla sinergia con altre istituzioni (Associazione ex allievi Scuola Superiore Sant’Anna, Fondazione Cassa di risparmio di San Miniato) e club come Rotary e Lions, abbiamo fornito una connessione gratuita per tutti i pazienti e gli operatori sanitari di Cisanello: dotando al tempo stesso i reparti Covid di tablet. La rete può senza dubbio aiutare a superare la solitudine dei ricoveri ospedalieri.

Continuerà la collaborazione con Andrea Bocelli?

"E’ il nostro presidente onorario, e siamo felici che ci abbia rinnovato l’intenzione di mantenere l’impegno per sostenere Arpa. Nonostante i molti impegni, tra cui quelli della sua Fondazione, ha deciso di rimanere un nostro ambasciatore, anche per affetto nei confronti del professor Mosca".

Quali sono gli obiettivi per la sua presidenza?

"La mia prima missione sarà non stravolgere nulla: la fondazione ha già una sua anima. Non ritengo ci sia niente da inventare, se non continuare a lavorare a progetti indirizzati sui tre capisaldi: il sostegno alla ricerca in ambito sanitario, il sostegno alla formazione dei medici, così come il supporto in ambito sanitario ai paesi in via di sviluppo. Spero di coinvolgere sempre più persone che vogliano diventare parte attiva di Arpa".

Avrà però una sua area di interesse in particolare...

"Posso parlare da ricercatore, e far notare come in questo campo le risorse non bastino mai, come il nostro Paese rischi continuamente di perdere professionalità attratte da altri lidi. Vorrei che Arpa fosse come un ponte, in grado di integrare dove non arrivano le istituzioni, garantendo maggiore qualità ricerca svolta".

Avete già pensato a come tornare "dal vivo" quando la pandemia sarà alle spalle?

"Il primo evento che organizzeremo sarà speciale, ed interamente dedicato alla memoria del professor Mosca. Non posso anticipare troppo, ma in un secondo momento ci metteremo a lavorare su qualcosa di grosso, nello stile che ha sempre contraddistinto Arpa".

Iacopo Catarsi