"La Luminara fu interrotta dopo l’alluvione del ’66 Ma non va snaturata con effetti da discoteca"

Francesco Capecchi: "Qualcuno ha voluto farne un baraccone. Bene il lavoro di recupero della giunta"

PISA

Per molti è un punto di riferimento della pisanità verace. Dal suo "ufficio", sempre al solito tavolo da Salza, a chi gli fa visita racconta aneddoti e pezzi di storia pisana recente o più remota. Francesco Capecchi è un personaggio che unisce e divide, anche per quella sua vis polemica che non ha mai risparmiato gli amministratori della città, passati e presenti, a prescindere dal colore politico. Un pisano doc, si direbbe, che sulla Luminara da anni si accanisce perché, come molti in città, non riesce proprio ad accettare che oggi sia radicalmente cambiata e che i risvolti turistici e commerciali abbiano preso il sopravvento.

Quest’anno niente Luminara, era mai accaduto?

"Sì, diverse volte. Io sono nato sul Lungarno del 1946. Le luminare le ho viste tutte. Una delle più significative interruzioni fu quella che seguì all’alluvione del 1966. Crollo il Lungarno sul lato di Palazzo alla Giornata, e crollò anche il Ponte Solferino. La Luminara riprese dopo molto tempo".

Come è cambiata negli anni? "Come migliaia di pisani sono testimone di una involuzione di questa bellissima tradizione. Liberiamoci dall’ipocrisia: non è che prima ci fosse chissà quale poesia. Le famiglie aspettavano questo momento per uscire, andare a mangiare i ci’alini e il torrone, guardare il tremolio dei lampanini, scambiare quattro chiacchiere; era anche un’occasione per corteggiare le donne o fare qualche scherzo. Ecco, il mio non è un guardare nostalgico al passato con la retorica del ‘tempo migliore’. Penso piuttosto che negli anni questa tradizione è stata sciupata".

Perché?

"Negli ultimi decenni, anche a causa di qualche funzionario comunale che in una logica puramente commerciale ha lavorato per spettacolarizzarla, la Luminara ha perso il suo profilo originario e si è trasformata in una discoteca".

In che senso?

"Che bisogno c’è di spettacolarizzare qualcosa che già di per sé è unico, come lo spettacolo dei palazzi dei lungarni illuminati dai soli lumini di cera? Qualcuno ha pensato di rendere la sera della Luminara un baraccone di musiche completamente incoerenti con la pacatezza della serata e di far diventare i fuochi d’artificio la principale attrazione. Così ci si è pure dimenticati del santo per il quale è nata questa festa".

Quali erano i riti dei pisani in occasione di San Ranieri? "C’erano i banchetti, si mangiava, si beveva. Le occasioni per uscire non erano così sovrabbondanti come oggi. Per questo credo che il bello della Luminara sia riportarla alla sua dimensione di festa autentica della città, come sta provando a fare l’amministrazione attuale. Chi cerca una discoteca oggi ha l’imbarazzo della scelta".

R.P.