
La frattura nel partito pisano e l’avvertimento arrivato da Firenze
La frattura consumata nella direzione provinciale del Pd di giovedì sera sarebbe stata tutt’altro che un fulmine a ciel sereno. Anzi, avrebbe, in realtà, secondo le chat (al vetriolo) di queste ore che si rincorrono da un telefonino all’altro dell’area bonacciniana secondo la quale c’è una regia precisa a Firenze, addirittura con il bene placito del segretario regionale Emiliano Fossi che insieme all’assessora regionale Alessandra Nardini intendeva inviare un messaggio chiaro ad Antonio Mazzeo per i suoi distinguo (e l’assenza in aula al momento del voto) sul piano regionale dei rifiuti e per il suo richiamo "a evitare i caminetti" nella scelta dei candidati per le europee. La prima a lamentarsi, stando agli sms che circolano, sarebbe stata la vicesegretaria Linda Vanni, candidata sindaca a Montopoli, "costretta" a esporsi in prima persona con le dimissioni. In un altro messaggio si chiede di fare "lavoro sui giornali" riferendosi a "soffiate" fiorentine sull’esposto presentato dal partito comunale sulla vicenda del tesseramento. La strada di provare a far saltare il banco della segreteria provinciale pare che non fosse unanimemente condivisa da tutti gli schleiniani. Il segretario dem cittadino, Andrea Ferrante, ad esempio sarebbe stato contrario a questa linea radicale voluta soprattutto da Nardini, ma a rassicurare tutti c’è un altro sms: "Emiliano (Fossi, ndr) sa tutto". Ma al di là, delle antipatie personali, che a Pisa tengono banco da una decina d’anni più o meno sempre con gli stessi interpreti, la bomba che ha fatto (di nuovo) deflagrare il partito pisano è stato il piano regionale dei rifiuti. Un provvedimento che piace, dentro il Pd, davvero a pochi visto che, proprio nell’ultima direzione, Ferrante non ha esitato a dire testualmente nel suo intervento: "Sui rifiuti capisco l’apprensione degli amministratori che si vedono il rischio di aprire una piccola Malagrotta ai loro confini: si può dire questo o è reato?".