"La bellezza nella mente" Gli ex ospedali psichiatrici

Nicola Gronchi e Liliana Dell’Osso: un viaggio fotografico attraverso l’Italia

Esistono esperienze di viaggio che ispirano un sentimento di bellezza e di stupore e che per l’importante contenuto culturale infiammano la nostra sensibilità coinvolgendoci, più o meno consapevolmente e per tempi variabili,in un percorso d’arte che avvertiamo di dovere attuare almeno una volta nella nostra vita. Di contro ci sono i viaggi all’interno della storia e della memoria i quali, come icone fisse portatrici di un significato profondo e inalterabile, attivano la nostra coscienza lasciando in noi segni indelebili e ci obbligano a compiere in solitaria, un viaggio intimo e silenzioso tutto risolto in noi stessi. A questa ultima categoria appartiene il viaggio realizzato a quattro mani dalla professoressa Liliana Dell’Osso, direttore della Unità Operativa di Psichiatria dell’Azienda Ospedaliero Univbersitaria Pisana e magnificamente illustrato e descritto da Nicola Gronchi, fotografo professionista, intitolato "La Bellezza nella Mente - Un viaggio fotografico attraverso gli ex Ospedali Psichiatrici" pubblicato da Felici editore, con i contributi di Primo Lorenzi e Ignazio Marino.

"Non un tour turistico, scrive Nicola Gronchi, ma un pellegrinaggio in solitaria, in luoghi di dolore e di sofferenza". Un itinerario della memoria all’interno di alcuni degli ex ospedali psichiatrici ancora presenti sul territorio nazionale, da quelli di Volterra e di Maggiano a quelli di Pistoia, Cogoleto e Parma. Luoghi questi uniti da un singolare denominatore comune: l’abbandono e il degrado, due sostantivi che se unificati rappresentano un triste moltiplicatore del concetto di separatezza, di sofferenza e di interruzione di un difficile percorso di vita, quello cioè compiuto dalle persone ricoverate un tempo in quelle strutture.

E tuttavia quei luoghi mantengono evidente e tattile una memoria scritta, al pari di un documento che il tempo ingiallisce ma non ha la forza di dissolvere per intero. Sono le tracce di chi abitò quegli spazi, depositate come impronte da decrittare: scritte sui muri, frammenti di carte annotate, indumenti anneriti, vecchie cartelle cliniche dei pazienti. Tracce di una vita difficile e dolorosa sapientemente illustrate dall’obiettivo fotografico di Nicola Gronchi. "Splendide e drammatiche immagini – scrive la Professoressa Liliana Dell’Osso – fra i principali protagonisti della psichiatria europea, che illustrano al meglio lo stato di abbandono di alcune di quelle che furono istituzioni asilari della nostra penisola".

Le immagini nel volume, tutte in bianco e nero, come questi luoghi del silenzio e dell’abbandono esigono, testimoniano una scansione temporale e al contempo, sottolinea la studiosa ,"documentano e suggeriscono la vita che vi è trascorsa e ci restituiscono tutto in una malinconica polisemanticità". Tanti e variegati sono i significati che emergono da quei luoghi, ora appena percettibili, talvolta invece esposti quasi protesi per essere individuati nella loro essenza che ancora comunica ad un attento osservatore la vita trascorsa ma anche qualcosa di più. "Luoghi di abbandono, scrive la Professoressa Dell’Osso, che hanno visto passare una furia rivoluzionaria, ma che prima erano luoghi di cura e prima ancora conventi, ville patrizie, una reggia; tutto fa pensare, sottolinea Dell’Osso, al succedersi degli eventi, ai tempi che si sovrammettono,al passato che si stratifica". Un libro questo davvero importante che nasce, come ricorda Nicola Gronchi, dalla visione di un reportage sulla condizione degli ultimi ospedali psichiatrici giudiziari italiani e che si sviluppa su un doppio binario, quello fotografico e quello testuale, ciascuno paritariamente apportatore di emozioni e di contenuti sui quali a lungo poter riflettere.

Giovanni Bertozzi